Nba: Irving resta no vax,faccio quel che è meglio per me

(ANSA) - ROMA, 14 OTT - Non vuole essere definito un 'no-vax', ma ne è diventato un paladino, sostiene di rifiutare il vaccino per motivi del tutto personali, che però non chiarisce, e comunque accetta di rinunciare al suo amatissimo basket e a milioni di dollari. Personaggio da sempre un po' controcorrente, la stella Brooklyn Nets Kyrie Irving non accetta di piegarsi alle norme anti-Covid 19 che New York impone agli atleti, vietando di giocare o allenarsi a chi non sia vaccinato. Anche altri giocatori della Nba - circa il 10%, al momento -, non sono vaccinati e resta ampio il fronte degli atleti Usa 'no vax'. Alle Olimpiadi di Tokyo, un sesto dei componenti la delegazione statunitense non era vaccinato ma Pechino ha annunciato che ai Giochi invernali di Pechino sarà ammesso solo chi lo sia o chi accetti di sottoporsi ad una improbabile quarantena di 21 giorni nel Paese. Numeri ancora non ce ne sono, ma il caso Irving sta intanto riaccendendo la polemica tra i due fronti. Il mondo della politica si accoda. La destra repubblicana si fa paladina dei 'resistenti', arrivando a elogiare il giocatore dei Nets e si altri suoi colleghi in Nba che, dopo la campagna "Black lives matter", erano stati messi all'indice. Anche per evitare di essere tirato per la giacca, il play 29enne ha deciso di dire la sua senza intermediari, in una diretta su Instagram, spiegando ai suoi milioni di follower di aver deciso solo di fare "ciò che è meglio per me. per il mio corpo. Io non sono un sostenitore nè di chi si vaccina nè di chi non vuole farlo, tutti sono liberi e rispetto le loro scelte", ha detto. Il rischio di perdere molto denaro, al momento si parla di circa 16 milioni di dollari, e di saltare gran parte della stagione non lo fa recedere: "Io non avrei mai voluto dover lasciare la mia passione per via di questo obbligo. A volte però bisogna prendere delle decisioni che possono metterlo a repentaglio. Quel che succede è più grande del basket". A scanso di equivoci, i Nets lo hanno messo fuori squadra e c'è già chi lo vede destinato ad altri lidi, dove di vaccino al momento non si parla. Nell'altro grande campionato professionistico Usa, la Nfl, i non vaccinati sono una percentuale ridotta, anche perchè pur senza introdurre l'obbligo i boss del football professionistico hanno di fatto messo all'angolo i 'resistenti'. Nella Nhl, sarebbero invece solo quattro di numero, non il 4%, secondo il commissioner, Gary Bettman, gli atleti non vaccinati, su un totale di 700. Diversa la situazione per tante star di sport individuali e non di contatto, come il tennis o il golf, dove la resistenza al vaccino resta ancora alta, anche se la progressiva stretta sugli spostamenti e sulle partecipazioni ai tornei sta convincendo molti a sottoporsi alla vaccinazione. (ANSA).