Lo sguardo di Pamuk sui musei delle meraviglie

(ANSA) - ROMA, 08 GIU - Fmr si prepara a festeggiare il solstizio d'estate con la sesta edizione della nuova collana riedita da poco più di un anno, come da desiderio, prima della sua morte, di Franco Maria Ricci. E per festeggiare, grazie all'ospitalità dell'Accademia Nazionale dei Lincei, "la rivista più bella del mondo" ha scelto Villa Farnesina per celebrare "i colori dell'antico" e ricevere un ospite d'eccezione, il premio Nobel Orhan Pamuk, l'autore della rubrica "Il signor PA va al museo". Mr Pa torna infatti sulle pagine della rivista "delle meraviglie" con una nuova esplorazione tra i capolavori ospitati dal Metropolitan Museum di New York: l'occhio dello scrittore, e del suo alter ego ispirato dalla stessa prospettiva del Palomar, a sua volta alter ego di Calvino, cade questa volta sul Ragazzo Rosso, di Goya. L'attenzione al dettaglio per decifrare il tutto, la passione per il colore, l'analisi quasi psicologica del soggetto, sono ancora una volta le coordinate che il Signor Pa regalerà al lettore per accompagnarlo alla scoperta dell'opera. "Sono uno scrittore visuale" dice di sé Pamuk raccontando di essere nato in una famiglia di ingegneri civili, professione a cui lui stesso sembrava essere destinato, se quella sua "passione per il colore" non l'avesse invece convinto a tentare la strada dell'architettura prima di cedere alla vera passione, quella della scrittura. "Ho ucciso il pittore che era in me per la scrittura" ma quella passione, dice, gli è rimasta dentro sia nella sua inclinazione a "visualizzare le immagini per tradurle in scrittura", sia nel grande amore per i musei. La stessa del signor Pa, che guarda caso riporta la stessa sillaba iniziale di Giovanni PAolo PAnini, il pittore, e architetto, autore delle "vedute", dipinti di gallerie di quadri che a loro volta contengono viste di Roma. Panini era stato il soggetto del primo articolo di (Mr) PAmuk su Fmr ma anche, racconta lo scrittore, la scintilla che ha fatto schioccare la felice collaborazione con la rivista, complice un suo "poster" del pittore settecentesco e una collezione di finti Fmr scopiazzati da un editore di Istanbul. "Mi piacevano i dipinti di Panini perché parlano di musei e gallerie. E io voglio parlare dei musei, delle persone che vanno ai musei, dell'esperienza che provoca l'essere in un museo" dice l'autore del Museo dell'innocenza. "Cosa ci accade quando andiamo in un museo? E soprattutto, perché ci andiamo?" : è l'interrogativo del Signor Pa con cui Pamuk condivide anche l'attenzione per il dettaglio: "spesso i suoi occhi non si focalizzano sulla scena centrale del dipinto ma nei dettagli minori, nei colori, o in quel particolare che ti fa riaffiorare immagini che sono nella tua memoria. Sono questi gli argomenti che mi interessano e che condivido con Mr Pa: sono fortunato ad averlo incontrato e per questo ho deciso di continuare a scrivere le sue avventure. E di scriverne molte altre...." (ANSA).