Bono, gloria all'Ucraina ci tiene liberi

(ANSA) - ROMA, 17 MAG - La standing ovation, il coro con il pubblico e l'emozione di una platea particolare come quella del Grand Theatre Lumiere di Cannes nonostante sia abituato agli stadi pieni: Bono Vox lascia il segno al festival con una delle premiere più attese e sold out. Si presenta il documentario Stories of Surrender di Andrew Dominik coprodotto dalla Plan B di Brad Pitt e dal 30 maggio su Apple. E' un monologo quasi teatrale in cui il frontman degli U2 si racconta, soprattutto in rapporto con il padre, tenore e in generale con la sua carriera specie nell'incontro con Luciano Pavarotti. Ma l'occasione per un artista sempre militante come lui è troppo ghiotta e così con i riflettori accesi sulla Montee des Marches ecco a sorpresa apparire Sean Penn e alcuni militari ucraini: l'applauso della folla è spontaneo. A film finito, quando nè lui nè le centinaia di persone in sala volevano andare via, ecco che Bono prende il microfono. "L'anno prossimo parlerò un perfetto francese - promette - intanto vi dovete accontentare, sono irlandese e sono un artista che si è fatto da solo". Al festival di Cannes lancia un appello per sostenere l'Ucraina, "il Paese che ci sta aiutando a tenere l'Europa libera dal fascismo. Mussolini, l'uomo con i baffi e il suo amico Goebbels avevano ideato la Mostra del cinema di Venezia, ne avevano preso il controllo. Cannes è stato istituito nel 1939 per combattere il fascismo e ora che il mondo è di nuovo minacciato, questo è un avamposto di libertà, come tutta la Francia. Vive la France", ha detto la rock star irlandese. Poi ha ringraziato Sean Penn: "ci ha portato qui alcuni soldati della prima linea in Ucraina. Voglio ringraziarvi perché ci state tenendo liberi. Slava Ukraini! Gloria all'Ucraina", ha aggiunto avendo accanto The Edge, il chitarrista degli U2 e alcuni familiari. Bono: Stories of Surrender, tutto in bianco e nero e con in sottofondo alcuni dei brani cult degli U2, è un racconto istrionico e molto teatrale che adatta un monologo teatrale tratto dal suo libro del 2022 "Surrender: 40 Songs, One Story". E' un modo per raccontare al pubblico chi era Bono prima di diventarlo ossia il ragazzo che a 14 anni ha perso la madre Iris cui ha dedicato diverse canzoni, una ferita sempre aperta che ha segnato la sua infanzia. Il padre non ha mai più pronunciato il suo nome e nei confronti di Bono è stato piuttosto all'antica e poco comunicativo, depresso, di poche parole e senza regalare al figlio la stima che cercava, meravigliandosi che Luciano Pavarotti l'avesse cercato. "Mi meraviglia che ti abbia chiesto di collaborare con lui", racconta nel docu Bono che ammette "in Luciano cercavo un padre". Nel film da notare uno strafalcione per lo spettatore attento: il golfo di Sorrento confuso con quello di Napoli. Hanno fatto tenerezza in sala i baci e gli abbracci del cantante con la moglie Ali Hewson, insieme dal 1982. Nel documentario racconta che la incontrò quando avevano entrambi 15 anni, lo stesso giorno in cui gli U2 si formarono in una scuola di Dublino. (ANSA).