Amendola, I cassamortari commedia noir tra denaro e social

(ANSA) - ROMA, 21 MAR - Quanti saranno stati gli scongiuri sul set de I Cassamortari? È la domanda che viene naturale a chi guarda questa 'commedia noir' in cui tra i protagonisti c'è un morto, il cantante rock Gabriele Arcangelo (Piero Pelù), che entra ed esce dalla bara sottoponendosi, ogni volta, alla tanatoestetica. Diretto da Claudio Amendola il film, in sala dal 24 marzo con Vision, racconta infatti la storia della famiglia Pasti, che da diverse generazioni possiede un'agenzia di pompe funebri fondata da Giuseppe (Edoardo Leo) al motto: "Quando si muore c'è solo uno che ci guadagna". Non sarà però così alla sua dipartita, quando gli affari dell'azienda passeranno ai figli, ovvero: l'avaro Giovanni (Massimo Ghini), Maria (Lucia Ocone) che ha un'attrazione fatale per tutti i neo-vedovi suoi clienti, Marco (Gian Marco Tognazzi) esperto di tanatoestetica, l'abbellimento delle salme, e infine Matteo (Alessandro Sperduti) il più giovane ed esperto di social. Quando le pompe funebri attraverseranno un momento di crisi economica, sarà proprio grazie alla sua comunicazione che la famiglia Pasti organizzerà il funerale di Gabriele Arcangelo, paradossalmente morto per overdose durante una campagna di sensibilizzazione contro le droghe. "Tutto è nato sul divano di casa da una conversazione tra me e Francesca Neri - dice Amendola -, che è, tra l'altro, una dei co-sceneggiatori. Mi divertiva molto - aggiunge - l'idea di fare un film sui cassamortari che è un lavoro talmente 'allargato' che prima o poi ci riguarda tutti. Era poi anche un mezzo per parlare in maniera dissacrante e cinica di ipocrisia, denaro e social che io, tra l'altro, non frequento". (ANSA).