Sanremo, il Festival con pubblico o senza? Approvato il protocollo Covid

Otto regole per definire il “codice di comportamento artisti a Sanremo 2021”: è il protocollo messo a punto dai discografici di Afi, Fimi e Pmi in vista del Festival. Obiettivo primario, “gestire in particolar modo le aree esterne all’Ariston, dove possono crearsi situazioni di rischio, a livello sia civile sia penale, per le aziende che portano a Sanremo artisti e dipendenti”, spiega il ceo della Fimi Enzo Mazza.
“Per il teatro, dove si svolge il Festival, la Rai sta predisponendo i suoi protocolli che saranno sicuramente molto precisi, come quelli adottati per AmaSanremo, che hanno funzionato”, aggiunge Mazza, auspicando una soluzione per il nodo del pubblico.
Tra le regole messe nero su bianco, l’obbligo di tampone molecolare prima della partenza e tamponi rapidi, a carico della Rai, ogni giorno durante la settimana del festival per tutti coloro che sono coinvolti nella manifestazione; presenze limitate ai soli addetti ai lavori in teatro, nel retropalco e nei camerini dell’Ariston (regolarmente igienizzati); negli hotel procedure anti-Covid scrupolose e accesso limitato ai soli operatori accreditati; pranzi e cena in camera. E ancora, attività di promozione (interviste radio, interviste tv, conferenze stampa) solo da remoto; niente red carpet, esibizioni, servizi fotografici o collegamenti esterni, se non quando strettamente necessari e regolamentati dentro l’Ariston, con orari scaglionati anche per le prove per evitare ogni sorta di assembramento.
Il protocollo prevede anche che alla Rai, che dovrà occuparsi della logistica, andrà fornito l’elenco dei collaboratori presenti a Sanremo con il luogo in cui risiederanno per l’intera manifestazione. Per i giornalisti, si chiede la creazione di una room online anche per le votazioni, al posto della presenza fisica in sala stampa.
“La nostra preoccupazione principale - ribadisce Mazza - riguarda l’esterno del teatro. Già nei giorni scorsi abbiamo chiesto al prefetto di Imperia di istituire una ‘zona rossa’ attorno all’Ariston e agli alberghi, per evitare la presenza di pubblico e il rischio di assembramenti. Va creata una bolla che protegga chi è lì a lavorare, per una questione di tranquillità”.
Con l’impegno di Afi, Fimi e Pmi si è arrivati a un’autoregolamentazione “approvata da tutte le aziende”, sottolinea ancora il numero uno della Federazione dell’industria musicale. “Certo, non è un decalogo scolpito nella pietra: ci sarà il protocollo Rai, ci saranno probabilmente provvedimenti varati dal prefetto e dal sindaco, ci integreremo. Ovviamente c’è il problema del colore che avrà la Liguria durante la settimana del festival, e quindi bisognerà attenersi al Dpcm”.
Il testo del protocollo “è stato inviato alla Rai, al Cts, al ministero della Salute, all’associazione degli albergatori di Sanremo, ai giornalisti, alle radio, a tutti coloro che sono coinvolti nella relazione con l’industria musicale”.
In tempi normali, la discografia sposta in media a Sanremo “ìun plotone di trecento persone, dai professori d’orchestra ai fonici, agli uffici stampa. Quest’anno, per ragioni di sicurezza, la pattuglia sarà molto ridotta: “Probabilmente - spiega Mazza - avremo un fonico per ogni artista e un discografico nel backstage”.
Quanto al nodo del pubblico, “siamo davanti all’annosa questione della distinzione tra teatro e studio televisivo.
Penso che si troverà una soluzione di buon senso. Il festival in questo momento così difficile è in grado di garantire diversità, spettacolo, che magari serve. E poi per il settore, come abbiamo sempre detto, è un segnale di ripartenza”.

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