Il post-Covid dello spettacolo Mariano Detassis: «Tutto fermo e ripartiremo diversi»

di Fabio De Santi

Ripensare la forma degli spettacoli, mettendosi in gioco, senza perdere mai la voglia di emozionarsi anche in questo periodo ricco di incognite per l’emergenza coronavirus.

E’ il messaggio lanciato da Mariano Detassis, il lighting show designer di Trento, uno dei più apprezzati professionisti nel suo settore, che negli anni ha lavorato anche con Renato Zero, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Litfiba, Csi e Premiata Forneria Marconi.

Detassis, come vede il mondo dei live dopo questa “pausa” forzata di oltre tre mesi?

«E’ un momento surreale in cui tutto è sospeso. Non si può ripartire perché manca il fattore contatto, importantissimo per vivere un’esperienza di gruppo, e questo blocca ogni tentativo di ripartenza dal piccolo al grande evento. Oggi ci sono delle regole e vanno rispettate, quindi il live inteso come rito collettivo non può esistere fatta, forse, eccezione per una determinata tipologia di musica dove l’ascolto è primario al rito collettivo, con forme d’ascolto diverse».

Lei, con il suo ruolo di light designer, è uno dei tasselli imprescindibili della complessa macchina di un concerto e di un tour: al momento poco si è fatto per dare supporto a questi lavoratori.

«In Italia, quando si parla di spettacolo, ti chiedono spesso “Sì, ma a parte la musica che lavoro fai?”. Non esiste una cultura del “dietro le quinte”, per molti siamo degli invisibili che viviamo di vita propria, dei marziani, soprattutto non si pensa che ognuno di questi lavoratori ha una famiglia da mantenere. Si pensa a delle figure privilegiate ma siamo tutti lavoratori e professionisti con anni di esperienze nel settore. Spero che quando tutto questo sarà finito ci ricorderemo di tutte le figure importanti per uno spettacolo, che non si ritorni di nuovo a scontrarci per avere un lavoro ma che ci sia rispetto per ogni figura professionale».

Ha avuto occasione di confrontarsi in queste settimane con addetti ai lavori e artisti di tutta Italia? Qual è lo stato d’animo?

«C’è grande preoccupazione legata sia al presente che a quello che sarà il futuro. Sono saltati tutti i grandi festival e tour, spostati direttamente al prossimo anno, e anche per le piccole e medie produzioni non esistono sicurezze. Oggi ci sono troppi paletti e nessuno rischia di organizzare concerti dove la gente deve stare lontana e seduta, il live, come dicevo prima, non può avere dei freni, deve essere emozione di gruppo, sudore e movimento».

Quindi?

«Quello che fino a pochi mesi fa era la forma classica di un live in questo contesto non può esistere. Bisogna pensare a nuove situazioni, mirate in base alle disposizioni che possono cambiare di mese in mese in base all’evolversi dell’emergenza. Ci vorrà una progettazione molto accurata di ogni evento, per evitare di creare situazioni poco gestibili come sta accadendo, ad esempio, nei locali dove la movida è vietata ma è un attimo crearla se non si pensa ad ogni dettaglio. Così dovrà essere per i nuovi spettacoli».

I suoi ultimi lavori di light designer l’hanno vista accanto a dei big della musica italiana come la Premiata Forneria Marconi e Renato Zero ma adesso le luci degli show sono tutte spente.

«Fino a pochi mesi fa mi trovavo in Colombia per un festival e nel periodo precedente ho lavorato con la Pfm anche nella progettazione del loro show. I ricordi più recenti sono invece legati allo spettacolo e al tour di Renato Zero che ci ha portati anche all’Arena ed ha avuto un grandissimo successo. Spero che le luci si possano riaccendere presto anche se, francamente, non so se possa bastare un anno per ritornare alla normalità».

Lei nel contesto locale è impegnato con la factory Miscele d’Aria, quali progetti ci sono su questo fronte?

«Parlando di nuove forme d’intrattenimento e spettacolo con Miscele d’Aria Factory, assieme a Carlo Casillo, stiamo pensando di creare nuovi format in cui la sicurezza sia al primo posto ma senza dimenticarsi delle emozioni che si devono vivere. Stiamo sperimentando concerti con il pubblico sdraiato su un prato in grado di seguire l’evento anche ad occhi chiusi, quindi senza il bisogno di montare sovrastrutture, stando alla debita distanza e ognuno con le proprie cuffie».

Cosa ci può anticipare invece sui suoi progetti a livello nazionale?

«Appena possibile sarò insieme a Gianni Maroccolo, ex Litfiba e Csi, per una tournée particolare dove mi troverò sul palco sia in veste di lighting che di percussionista. In cantiere c’è anche il nuovo tour di Biagio Antonacci nel 2021».

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