Addio a Falqui: genio della Tv

Il mondo dello spettacolo televisivo, con la scomparsa di Antonello Falqui, perde «un maestro», «uno dei padri dei programmi d’intrattenimento del piccolo schermo, come lo definisce Rosario Fiorello su twitter.

«L’inventore dei prototipi tv o format come li chiamiamo oggi, l’autore della televisione più bella del mondo, quella elegante e di buon gusto« ricorda Renzo Arbore. »Un genio della televisione, un maestro indiscusso che ha scritto alcune delle pagine più belle del servizio pubblico«, come ammettono in un comunicato congiunto l’attuale presidente della Rai, Marcello Foa, e l’ad Fabrizio Salini.

Falqui è andato via a 94 anni - aveva festeggiato il compleanno da una decina di giorni, il 6 novembre - senza tradire la tipica leggerezza che caratterizzava tutti i suoi programmi televisivi. A dare la notizia della sua scomparsa sono stati infatti i suoi familiari sul suo profilo ufficiale su Facebook, fingendo di essere lui. «Sono partito per un Lungo Lungo Lungo Viaggio; potete venire a salutarmi lunedì 18 novembre alle ore 11 alla Chiesa S. Eugenio a V.le Belle Arti Roma. Mi raccomando, niente fiori; Al loro posto, se volete, potete aiutare l’associazione QuintoMondo Animalisti Volontari Onlus». E chiude con un «Ps Perdonate Jimmy, Matteo e Luca se non vi ho avvisato prima...».
Subito tanti messaggi di cordoglio hanno invaso i social, da Fiorello a Raffaella Carrà, e tanta gente comune.

Sui siti e in tv hanno cominciato a rimbalzare gli spezzoni dei suoi varietà, Studio Uno e Canzonissima i più famosi, i volti dei loro protagonisti, da Mina a Walter Chiari, da Paolo Panelli a Bice Valori, da Franca Valeri alle gemelle Kessler. Le interviste a chi lo aveva conosciuto e apprezzato, come Pippo Baudo che rivela: «Fu lui a farmi il provino appena arrivato a Roma».

Falqui era nato a Roma il 6 novembre 1925, figlio del critico e scrittore Enrico Falqui. Si era iscritto all’università alla facoltà di Giurisprudenza, ma era attratto dal mondo del cinema, per cui lasciò presto gli studi in legge per frequentare il corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 1950, la prima collaborazione come aiuto regista con Curzio Malaparte per il film ‘Cristo proibitò. Il suo sbarco alla Rai avvenne agli albori della tv, nel 1952, nella sede di Milano.

Falqui visse tutta la fase sperimentale della tv che inaugurava con la prima trasmissione il 3 gennaio 1954.

I suoi primi programmi erano dei documentari, molto amati dai pochi fortunati che possedevano uno schermo tv, che si condivideva con amici e parenti quando trasmetteva un programma serale. Il suo primo successo come autore fu Il Musichiere, condotto da Mario Riva, in onda dal 1957 al 1960. Seguirono quattro edizioni di Canzonissima (1958, 1959, 1968, 1969), altrettante di Studio Uno (1961, 1962-63, 1965 e 1966), forse il più famoso e celebrato. Milleluci arrivò nel 1974. Mina, Walter Chiari, Paolo Panelli, Bice Valori, Franca Valeri, le gemelle Kessler, tanti i personaggi lanciati da lui e Guido Sacerdote con cui collaborò nei suoi programmi cult.

Nella sua carriera di grande regista televisivo anche Teatro 10 condotto da Alberto Lupo, Dove sta Zazà con Gabriella Ferri, Milleluci, ancora con Mina e Raffella Carrà, Fatti e Fattacci, un varietà itinerante con Gigi Proietti e Ornella Vanoni, Bambole non c’è una lira, che vede la partecipazione tra gli autori di Maurizio Costanzo, Il Ribaltone, con Loretta Goggi, Giochiamo al Varietè, una straordinaria collana di speciali dedicati al grande cabaret italiano, Attore Amore mio, una parodia del teatro affidata al genio di Gigi Proietti per finire con Al Paradise, uno dei suoi ultimi varietà con la partecipazione di Oreste Lionello e Milva, dove Falqui lanciò Arturo Brachetti, ancora sconosciuto in Italia.

La Rai con i suoi diversi programmi celebra il maestro della tv. Su RaiPlay la summa delle sue creazioni di autore tv ed anche una chicca come regista della serie Giandomenico Fracchia-Sogni proibiti di uno di noi.

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