"La promessa", ecco il nuovo singolo di Caterina Cropelli che svela il brano in questa intervista

di Fabio De Santi

«Un gustoso mix tra ritmo sostenuto e malinconia, che Caterina suonerebbe volentieri assieme ad un gruppo punk inglese sull’aia». Viene presentato così «La promessa» il nuovo singolo di Caterina Cropelli appena uscito per l’etichetta Fiabamusic con distribuzione Artist First e che è anche il primo assaggio di quello che sarà il nuovo album della cantautrice trentina atteso per quest’anno. In questa intervista Caterina, classe 1996 e considerata, dopo il successo del suo disco omoninimo di debutto, come una delle cantautrici emergenti della scena tricolore, ci racconta la genesi del brano.


Caterina, quali ispirazioni ha il tuo primo singolo di questo 2021?
«È un po’ difficile riuscire a capire come abbia preso forma questo singolo, semplicemente è arrivato. Forse mi sentivo un po’ sovraccarica e quando hai la sensazione di viaggiare in tondo ti fai le domande più assurde come ad esempio se anche una canzone radiofonica ogni tanto non sia stanca di continuare ad essere in alta rotazione e girare come uno stornello».
Qual è il tema che segna le liriche de «La promessa»?
«La promessa è un discorso con la propria coscienza, quella voce/presenza che non paga l’affitto ma che è sempre con noi e ci richiama all’ordine, ci ricorda quello che abbiamo lasciato indietro, forse per troppa fretta».
Dal punto di vista del sound come lo definiresti?
«Sono molto soddisfatta del mood sonoro di questo brano: penso sia diverso da tutto quello che finora ho fatto ma che mantenga ben incisi i miei connotati. C’è stato un grande lavoro da parte di tutti. Clemente Ferrari, che l’ha arrangiato e che ha saputo stupirmi nuovamente tirando fuori quello che la mia testa un po’ si aspettava, ossia una canzone cazzuta e con un bel tiro, ancora più bella di come l’avevo immaginata. Poi ci sono anche Marco Dal Lago che ha fatto un grande lavoro di mixaggio e anche di mastering assieme a Giacomo Plotegher».
E c’è anche lo zampino dei Bastard Sons of Dioniso in qualche modo.
«Sì, fra i coristi c’è Michele Vicentini mentre con Jacopo Broseghini registrato le voci e dei cori davvero fuorissimi, che mi son piaciuti da subito ma ci hanno fatto impazzire, in studio. Vorrei ricordare anche Piero Fiabane che ha passato le ore in studio per assicurarsi di non lasciare nulla indietro o di intentato. Insomma un lavoro di squadra, la mia squadra, quella che ha creduto fin da subito in me».
Ad accompagnare il lancio della nuova canzone anche un videoclip.
«Sì, è appena uscito anche il video che vede alla regia Michele Moser del Wasabi Studio di Trento. Una clip che è un viaggio on the road: una lunga corsa, tra mare , montagna, pianura. Proprio alla fine del video c’è un appuntamento che vi do su una panchina sul Bondone».
Con questo singolo ti lasci alle spalle il tuo primo album che ha messo in fila oltre due milioni di stream e cinquecentomila clic dei tuoi video su YouTube: ti aspettavi questi numeri?
«Questo è il primo singolo che esce dopo il mio disco d’esordio “Caterina” che ci ha portato grandi soddisfazioni raggiungendo numeri canterini, sulle varie piattaforme di ascolto. Spero di poter tornare presto a suonare questo disco nei live: è uscito in un’anno davvero particolare come quello che ci siamo lasciati alle spalle ma io sento che quelle canzoni vogliono incontrare ancora tante persone. Se ne aggiungono altre, come questa, di nuove, altre arriveranno. Io un po’ ci lavoro, un po’dico loro “sbrigatevi”. Capisco anche che a volte aspettare è fare».

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