I cori trentini e la pandemia: "Torneremo, ma il pubblico ci manca"

di Fabio De Santi

Quasi seimila coristi divisi in duecento formazioni corali. Questi i numeri di rilievo della Federazione Cori del Trentino, una realtà che si trova, da quasi un anno ormai, a convivere con tutte le restrizioni causate dalla pandemia in atto. Niente concerti quindi, niente prove e momenti di socialità, dimensioni che non possono di certo essere sostituite dalle numerose iniziative legato all’online. Ma nonostante questa situazione inedita nel mondo corale trentino c’è tanta voglia di reagire, come ci racconta qui Paolo Bergamo presidente della Federazione, e di pensare al futuro. Lo dimostrano anche alcuni dei nuovi progetti come quelli dedicati ad un Festival dedicato alla coralità femminile e a quelli per «Cori di Voci Bianche» e «Cori Giovanili».


Paolo Bergamo, come sta vivendo il mondo della coralità trentina questo difficile momento?
«La nostra coralità sta vivendo, dopo un timido tentativo di ripartenza, un periodo di fermo obbligato; l’impossibilità di incontrarsi, di far gruppo, di far prove, manca tantissimo a tutti noi, più che mai in questo momento è forte l’assenza di quella preziosa quotidianità legata all’essere parte di un coro, fatta di incontri, prove, concerti. Ma il grande valore di appartenere ad un gruppo, la consapevolezza del valore aggiunto di far parte di una formazione corale, la condivisione di importanti valenze umane e sociali e la forte passione comune, quella per il cantare in coro, costituiscono legami che uniscono e sostengono con fiducia nella speranza di tempi migliori, che permettano il rifiorire del cantare in coro».

Insomma tutto sospeso o quasi.
«Sì, molti gli eventi e gli anniversari rinviati, legati alla vita di ciascun coro, che attendono la possibilità di essere realizzati e condivisi con le comunità ed il pubblico. Diverse formazioni corali stanno sperimentando, in questi mesi, modalità di incontro online, proprio per mantenere relazioni e legami, per esserci, anche se con sistemi alternativi, a pensare, a come progettare il futuro».
Una situazione che rischia di perdurare ancora per diversi mesi: quali strade state percorrendo per tenere viva la vostra realtà sul territorio?
«Come Federazione ci troviamo nel delicato compito di mantenere alti motivazione, interesse, entusiasmo per il far coro, con interventi e proposte specifiche. Diverse quelle formative ed informative legate all’attività dei cori, rivolte a coristi, presidenti e maestri, da tenersi online. A breve proporremo l’iniziativa “Come presentare il tuo coro” rivolta ai coristi per fornire informazioni e strumenti per presentare al meglio il proprio coro sia in occasione di un concerto, che attraverso i moderni canali di informazione».

Diamo i numeri del mondo corale trentino.
«La Federazione raggruppa oggi 200 formazioni corali per un totale di circa 5800 coristi: una grande famiglia che è testimonianza ed espressione dell’importante tradizione canora del nostro territorio. Passione per il canto e per il “far coro” che si esprime in diverse modalità: appartengono alla nostra Federazione varie tipologie di coro, dalle voci bianche e giovanili, ai cori femminili, popolari maschili e misti fino a quelli polifonici. Le finalità e gli obiettivi mirano a sostenere ed incrementare l’attività corale, a favorire la crescita qualitativa delle formazioni corali associate e ad affiancare i Cori nella gestione dell’attività. Finalità condivise dal nuovo Consiglio direttivo eletto lo scorso ottobre motivato ad operare al meglio a sostegno e supporto di tutte le formazioni corali associate».

E il coinvolgimento dei giovani nel vostro movimento?
«Per noi è di fondamentale rilevanza investire energie e mettere in campo risorse per avvicinare le nuove generazioni all’esperienza del cantare insieme, del far coro. In una terra come la nostra, dove il cantare in coro è tradizione e storia, è importante che si tramandi, oltre ad un prezioso patrimonio canoro, l’entusiasmo, la passione per il canto corale, uniti ai grandi valori che caratterizzano il nostro movimento corale di volontariato».

In quale modo?
«L’idea per quest’anno è quella di realizzare un “Festival dei cori di voci bianche” e un “Festival dei cori giovanili”, per offrire la possibilità di studio ed esecuzione di nuovi brani, con il supporto degli stessi autori. In accordo con il Conservatorio Bonporti è prevista una collaborazione che permetta di avvicinare il Conservatorio alle realtà corali trentine, per far conoscere la storia della Coralità trentina, per tramandare un importante aspetto culturale alle future generazioni e raccoglierne le nuove esigenze. Sinergia che unisce competenze ed innovazione, conoscenze e tradizione e può rivelarsi per il futuro un significativo contributo, nuova linfa per guardare avanti in positivo. Per noi c’è anche una vetrina importante come quella del programma “Trentino, la terra dei Cori” su Rai Radio2 regionale e dedicato alla storia della Federazione, curata da Stefano Uccia e Silvia Gadotti, in onda ogni domenica dalle 14 alle 14.30 da gennaio a marzo».

Quali le idee del nuovo Comitato Tecnico Artistico recentemente nominato?
«Sono tante: si vuole dare la possibilità ai coristi di formarsi sul territorio in collaborazione e con il supporto delle Scuole Musicali poi punteremo sulla “Piattaforma Folk”, innovativa concezione culturale che coinvolge e valorizza i Cori popolari ed i loro repertori ma anche il Festival dedicato alla coralità femminile, che vuole arricchire e valorizzare il repertorio interpretato dalle voci in rosa. Un interessante iniziativa è pensata per i cori polifonici, che potranno essere coinvolti, con la presentazione di progetti, in percorsi di crescita qualitativa, aperti a realtà corali delle Associazioni corali regionali del Nord Italia, per un costruttivo confronto di qualità».

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