Felix Lalù, nuovo mixtape di canzoni della Grande Guerra ma in trap e auto-tune

di Fabio De Santi

Felix Lalù (nella foto) - cantautore noneso ed eclettico performer -  si dà alla trap con un nuovo disco registrato a tempo di record in soli due giorni.

Il musicista della Val di Non davvero non finisce mai di stupire e dopo l’omaggio a Caterina Dominici realizzato insieme a Francesca Endrizzi (con il videoclip di «Caterina» che sta veleggiando verso le settemila visualizzazioni), punta, ovviamente alla sua maniera, sulla musica del momento.

Un lavoro che oltre il sound si lega ad un tema importante come quello bellico fin dal titolo «Radio 15/18. Le canzone della Grande Guerra aggiornate al 2020».

Un mixtape che ha una genesi legata all’impossibilità di suonare on stage: «La scorsa settimana avrei dovuto fare un live live – spiega Oscar De Bertoldi - (sì, ormai i live non in streaming li chiamiamo live live, ndr) ma il penultimo Dpcm di fatto ha vietato i live live. Così mi hanno proposto di sostituirlo con un live in streaming, ma io non vengo bene in streaming. Allora ho proposto agli organizzatori un’altro tipo di performance. Ho registrato questo disco, filmato e montato il video in due giorni». La tracklist è fatta di sei pezzi con basi rigorosamente trap scaricate da internet mentre la voce sottolinea mr.Felix: «L’ho fatta con una app per il cellulare. In pratica tutte le voci sono fatte a cellulare con un autotune con effetto coro... forse non sempre è adeguato ma i pezzi sembrano fatti apposta per un coro».

 

L’intento del musicista non è certo quello di ironizzare sul genere trap o dimostrare quanto sia facile fare trap: «Anzi - precisa - se un bocia (o un vecio come me) vuole fare musica oggi non gli serve nient’altro che un cellulare. Ciò è fantastico e dovrebbe gasarvi tutti». I brani, accompagnati ognuno da un videoclip, di questo lavoro sono dei “classiconi” del repertorio della Grande Guerra con i testi mantenuti nella loro versione originale partendo da «Bombardano Cortina» e «La canzone del Piave» passando per «Aprite le porte», «Il bersagliere ha 100 penne», «Dove sei stato mio bell’alpino» fino a «Era una notte che pioveva». «I testi sono quelli originali e parlano tutti di armi, di notti insonni, di uomini veri e di donne. In un certo senso non sono poi molto diversi dai pezzi trap di oggi: se un bocia di adesso (tipo Ragazzi del ‘99) andasse in guerra nel 1915 probabilmente avrebbe lo smartphone e una cassa e sparerebbe questi pezzi per tutta la trincea». Ma per fortuna il nostro presente non vede ragazzi di diverse nazioni europee spararsi addosso, preferendo sparare solo rime su rime ed ascoltare e fare musica davvero trasversale come nel caso di mr.Lalù.

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