Le fragilità sonore di Maestro Pellegrini mercoledi a Trento e giovedì allo Smart Lab di Rovereto

di Fabio De Santi

Doppio live in Trentino per Maestro Pellegrini degli Zen Circus. Il musicista livornese, classe 1984,  presenterà il suo nuovo Ep da solista ““Fragile vol. 1” mercoledì 23 , alle 21, nel Giardino della Predara di Trento e dgiovedì 24 aallo Smart Lab di Rovereto, alla stessa ora e sempre all'interno del progetto culturale StandUpTn. Francesco Pellegrini, in arte Maestro Pellegrini, ha da tempo lo status di uno dei musicisti più influenti della musicapop/rock italiana.

 Polistrumentista, inizia la sua carriera con i pisani Criminal Jokers, insieme a Francesco Motta. Ha suonato anche con Nada come chitarrista, fagottista, voce e cori, ed ha registrato ed accompagnato dal vivo Andrea Appino (Zen Circus) per il suo secondo disco ‘Grande Raccordo Animale’. Ha inoltre inciso e collaborato con diversi altri artisti quali Enrico Gabrielli, Dardust, Bobo Rondelli, Motta, Il Pan del Diavolo. Maestro Pellegrini ha iniziato a lavorare al suo primo disco solista nel 2018 in un momento importante di crescita personale. Dopo aver pubblicato i brani “Boxe” e “Cent’anni”, ha lanciato quest’anno “Fragile vol. 1” , uscito per l'etichetta Blackcandy Produzioni e disponibile su tutte le piattaforme digitali.

 

Un lavoro che contiene anche la canzone “Semplice” realizzata in collaborazione con Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale. “Fragile”, così come l’album di cui farà parte , è un lavoro profondamente intimo ed autobiografico in cui l’artista esplora e mostra una dimensione personale, come essere umano e come musicista, frammentandola in piccoli e appunto fragili pezzi di vita che diventano canzoni. Maestro Pellegrini a proposito del nuovo progetto discografico ha raccontato: «L’idea alla base di questo disco è quella di mettermi a nudo raccontando la mia vita attraverso i testi delle canzoni, credo che cantare debba essere una necessità e per me lo è diventata dopo un periodo particolare della mia vita in cui la musica non bastava più. Ho sempre scritto parole e un paio d’anni fa ho deciso di cominciare a fare sul serio, credo che raccontare se stessi agli altri sia un mezzo potente di autoanalisi e riflessione che a me è servito per crescere e capirmi meglio, ne ho avuto bisogno, ne ho avuto l’opportunità».

 

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