Stasera Cristicchi dal vivo: biglietti tutti esauriti (e lui cerca una baita)

di Fabio De Santi

È quella di stasera alle 21.30 al Teatro Capovolto in piazza Cesare Battisti a Trento l’ultima tappa dell’«Abbi cura di me tour» targato Simone Cristicchi (biglietti esauriti). Il cantautore romano, a Trento dopo il forfait di Raphael Gualazzi, proporrà uno spettacolo diviso fra musica e monologhi con quella formula che gli ha permesso di conquistare il pubblico. In scaletta, come ci racconta Cristicchi in questa intervista, ci saranno anche i suoi grandi successi come «Vorrei cantare come Biagio» e «Ti regalerò una rosa» (vincitrice del Festival di Sanremo 2007) passando per «Meno male (che c’è Carla Bruni)» fino alla recente «Abbi cura di me», pluripremiata al Festival di Sanremo 2019.

Cristicchi, che effetto le ha fatto tornare a suonare in questa strana estate?
«Questi sono concerti particolari che mi stanno dando una grande emozione. Sto incontrando in tutta Italia un’umanità che ha voglia di ritrovarsi, di rivedersi, di sentirsi vicina. La musica diventa un collante speciale, una magia. La quarantena ha portato molti di noi a rinchiudersi nei nostri eremi metropolitani e non spingendoci a capire che l’arte può essere un nutrimento per la nostra anima».
Che live ha pensato per questo tour che si chiude proprio stasera?
«Lo spettacolo è un misto di poesie, canzoni e racconti. Non è un vero e proprio concerto ma un intreccio fra la mia attività teatrale, che tanto mi è stata cara negli ultimi anni, con quella musicale. Si tratta di una sorta di viaggio nella mia poetica, nel mio mondo attraverso due forme di espressione, come quella della canzone e del monologo, che ho imparato a maneggiare negli anni».
Ci sarà qualche brano inedito in scaletta?
«Sì, ad aprire la serata sarà proprio una canzone inedita “Le poche cose che contano”: una riflessione sulle priorità della nostra vita. Per me sono la libertà, la dignità, la felicità, il superamento di un dolore, il coraggio e l’umiltà: una serie di parole che per me sono importanti per ricominciare e per ritrovare l’essenza della nostra esistenza».
La chiusura è affidata invece a «Dalle tenebre alla luce».
«Questa è una canzone di carattere spirituale. È una sorta di lettera a Dio, in un viaggio dal dolore alla sua trasformazione in qualcosa di bello e luminoso. Entrambi i nuovi pezzi sono una sorta di regalo che voglio fare a chi verrà ad ascoltarmi».
Come ha vissuto il lockdown?
«Purtroppo, come molti altri colleghi musicisti, ho dovuto fermarmi ed interrompere la mia tournée. Ma se da un lato ho avuto una notevole perdita dal punto di vista economico dall’altro questa pausa forzata è stata un periodo di grande creatività. Ho scritto praticamente un disco intero e ho riorganizzato con calma le mie idee e la mia vita».
A quando, allora, il nuovo album?
«L’idea è quello di pubblicarlo il prossimo anno anche perché in questo momento si sta navigando ancora a vista anche sul fronte dei concerti».
Lei ha un rapporto speciale con il Trentino: riesce ancora a venire nella nostra terra? Viene sempre in vacanza al rifugio Potzmauer di Grumes.
«Certo, il Trentino è una delle mie mete predilette per ritirarmi in solitudine. Sono un habitué della Val di Cembra… anzi sto cercando una baita o un rifugio da acquistare per diventare cittadino onorario… magari qualche vostro lettore mi può aiutare».

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