Niente «Suoni delle Dolomiti» dopo 25 anni di successi l'emergenza ferma il festival

di Fabio De Santi

Dopo venticinque anni di emozioni sonore in alta quota l’emergenza legata al coronavirus spezza il filo musicale del Festival I Suoni delle Dolomiti.
Anche la manifestazione più attesa dell’estate trentina, per quanto riguarda la musica, deve alzare bandiera bianca e dare appuntamento al 2021. L’annuncio ufficiale, nell’aria da settimane considerando che in tutta Italia la maggior parte dei festival sono stati rinviati all’anno prossimo, è arrivato ieri spezzando le illusioni di chi, magari pensando alla dimensione open air dei Suoni delle Dolomiti, sperava che almeno qualche evento si potesse ugualmente tenere.

Una decisione sofferta quella di Trentino Marketing ma presa in accordo con tutti i partner dei festival e le diverse Apt di ambito coinvolte nell’organizzazione.
«Abbiamo sperato fino all’ ultimo - afferma Maurizio Rossini Ceo di Trentino Marketing - di riuscire a trovare una soluzione per garantire lo svolgimento del festival. Abbiamo però dovuto arrenderci di fronte al fatto che non ci sono le condizioni per garantire la sicurezza e il distanziamento richiesti, rispettando al tempo stesso l’identità di una manifestazione che ha come valore aggiunto proprio la condivisione di un’esperienza emozionale nella natura e tra le Dolomiti e in particolare il rapporto umano dato dalla vicinanza del pubblico con gli artisti».

Da sempre la peculiarità dei Suoni delle Dolomiti è il rapporto che si viene a creare fra i protagonisti dei concerti e il pubblico che sale in montagna per assistere, immerso nel verde, a performance uniche senza alcun diaframma di separazione fra artisti e platea. Una magia impossibile da ricreare stante le vigenti disposizioni governative sugli eventi all’aperto: «Il calendario della ventiseiesima edizione dei Suoni - spiega Chiara Bassetti, direttore artistico del Festival - era già pronto da oltre due mesi ma poi abbiamo dovuto arrenderci davanti all’evidenza. Fino ad una decina di giorni fa ci credevamo ancora ma l’ultimo decreto del Governo, pur non essendoci ancora un protocollo provinciale, ci ha tolto ogni illusione. Eventi come il nostro non si possono tenere».

 

Il problema, oltre alla cancellazione della quasi totalità dei tour di artisti internazionali e italiani, è quello del contingentamento e del controllo del pubblico: «Il tratto distintivo dei Suoni delle Dolomiti - sottolinea - è la libertà di vivere gli spazi, di arrivare sul luogo del concerto e sedersi su un prato, su una roccia ognuno come crede. Una dimensione informale che inevitabilmente si scontra con la prevenzione del rischio». Ma la macchina organizzativa dei Suoni coinvolge altre realtà come quelle dei rifugi che vivono un momento drammatico, delle guide alpine e di tutti coloro che lavorano alla riuscita di ogni singolo concerto.

Il rimpianto è forte anche perché in un’estate come questa, priva di grandi eventi, molto probabilmente la gente sarebbe arrivata ancor più numerosa in alta quota e quella del web non appare una strada percorribile: «Non ci sarà nulla di virtuale, come invece accadrà magari per altre manifestazioni, perché i Suoni non hanno alcun senso se non si vivono immersi nella natura».

Tutto sospeso fino all’estate 2021: «Contiamo di avere ospiti in Trentino il prossimo anno, molti dei musicisti italiani ed internazionali che avevamo in cartellone quest’anno e dopo questa pausa forzata la ventiseiesima edizione dei Suoni avrà dei colori e delle sfumature ancora più intensi». E chissà che magari il prossimo anno non sia anche l’occasione per rendere omaggio ad un «amico?» dei Suoni delle Dolomiti come Ezio Bosso recentemente scomparso: «Bosso per noi è, ed uso il presente perché lui è sempre qui con la sua musica, una persona speciale e non mancherà certo l’occasione per ricordarlo.
Lo abbiamo avuto al Festival nel 2010 a Lavarone quando ancora nessuno lo conosceva. Bosso ha scritto per noi la composizione originale dedicata alla Foresta di Paneveggio “Under the tree’s voice” ed è stato protagonista di una memorabile Alba nel 2013 a Col Margherita in Val di Fassa. Ci mancherà».

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