Mogol ritorna allo spettacolo «Ho trovato il sosia perfetto di Lucio Battisti, è come lui»

«La prima volta che ho sentito questo ragazzo è stato tre, quattro anni fa a Sperlonga. Mi aveva invitato a una sua serata e sono rimasto a bocca aperta: c’erano almeno tremila persone ad ascoltarlo». Così Mogol, al secolo Giulio Repetti, ovvero «le parole» delle più belle canzoni della musica italiana e metà di quel connubio d’oro celebrato per vent’anni con Lucio Battisti, racconta la scoperta del suo nuovo compagno di viaggio:, classe 1988 e un’incredibile somiglianza «vera», come dice Mogol, con il cantautore di Poggio Bustone.

È da quell’ incontro a Sperlonga che è nato lo spettacolo con cui i due stanno girando l’Italia: «Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti», che torna in scena al Teatro Romano di Ostia antica, sabato 13 luglio. Sul palco, Mogol, a raccontare le avventure con l’amico Battisti - scomparso il 9 settembre del 1998 - e la nascita di canzoni intramontabili come «Mi ritorni in mente», «La collina dei ciliegi», «Anima latina», tutte eseguite dal vivo da un’orchestra di 16 elementi. Al microfono, la voce di Carroccia che non stravolge la versione originale ma ne dà una «interpretazione perfetta».

«Ogni volta è sold out con migliaia di persone ad ascoltarci», racconta Repetti all’Ansa. «Come mai? Primo, questo ragazzo è davvero molto bravo - risponde - Secondo, è il sosia perfetto di Battisti, sia nel fisico che nella voce, nelle intenzioni, senza bisogno di alcun artificio o trucco. La prima volta che l’ho visto sul palco, mi ha colpito per come la gente lo segue. È straordinario come sia stato il pubblico ad accorgersi per primo di lui, senza grandi promozioni o pubblicità. È bravo anche a scrivere canzoni. Ne ha una in repertorio, Il perdono, bellissima».

Ma lo spettacolo, prosegue Mogol, è anche un’occasione per «capire cosa dicono le canzoni» scritte per Battisti. «Alcuni versi si spiegano da sè, altri sono più ostici. Ad esempio ‘che ne sai tu di un amore israelità in Pensieri e parole appartiene a vicende mie personali».

Patrimonio ormai comune, il pubblico non solo le canta come fossero scritte ieri, ma le sente proprie e si commuove, perchè quelle note raccontano un pezzo della vita di ognuno di noi.

«Con Lucio eravamo orgogliosi del nostro lavoro - racconta ancora Repetti - Pochi lo sanno, ma ogni volta, prima di far uscire una canzone o un disco, andavamo all’Istituto tumori di Milano. Lui con la chitarra, io a presentare la nuova canzone, davanti a quel pubblico in pigiama, senza capelli. Ci ha sempre portato fortuna. Ed è un gran piacere vedere oggi come quei ritornelli siano diventati titoli di film o modi di dire delle persone e dei giornali: ormai si dice ‘un animale per amico, un frigo per amicò. Per non parlare di ‘lo scopriremo solo vivendò o ‘un tuffo dove l’acqua è più blù, molto di moda ora che siamo in estate».
Lo spettacolo potrebbe forse arrivare anche in tv. «C’è interesse. Non è escluso - ammette Mogol - Intanto l’idea per i prossimi mesi è di inserire in scaletta una canzone di grande successo di Battisti e una meno conosciuta o inedita, di altri autori, come Gianni Bella o lo stesso Carroccia. Ma l’Italia è piena di giovani talenti», conclude Repetti, da anni guida della scuola di musica del CET, il Centro Europeo Toscolano.
«Proprio per questi ragazzi - dice - stiamo pensando un programma che dovrebbe andare in onda a maggio del prossimo anno su Rai1 dal titolo l’Università del pop, in cui presenteremo le canzoni più belle scritte in questi anni dagli allievi».

 

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