I Suoni delle Dolomiti ripartono con il trekking di Sollima e Avital

di Fabio De Santi

È affidata a due eccellenti musicisti come Avi Avital e Giovanni Sollima l’apertura della venticinquesima edizione dei Suoni delle Dolomiti con il concerto di domenica 30 giugno, alle 12, al Rifugio Micheluzzi in Val di Fassa. Il mandolino di Avital e il violoncello di Sollima s’intrecceranno in alta quota per disegnare atmosfere di grande fascino in un evento che andrà a chiudere il trekking che i due condurranno lungo i sentieri dei gruppi del Catinaccio e del Sassolungo.

Con Sollima abbiamo parlato di questo evento e del suo rapporto con il giovane musicista israeliano che è riuscito a portare al centro dell’attenzione mondiale uno strumento quasi dimenticato dal grande pubblico come il mandolino.

Sollima, come è nata questa sua collaborazione con Avi Avital?

Ci conosciamo da diversi anni, ma adesso, finalmente, ci ritroveremo per la prima volta a suonare insieme in alta quota e siamo entrambi curiosi di vedere cosa accadrà. Sul piano della scrittura io e Avi Avital abbiamo collaborato insieme e stiamo componendo un concerto per mandolino e orchestra.

Cosa proporrete allora in questa occasione?

Ci sta a cuore l’idea di raccontare la storia delle radici, di assemblare elementi delle mie origini e delle sue andando ad innescare anche una serie di riflessioni giocando su diversi temi. Fra questi anche quello d’attualità dei canti migratori  legati alle persone che lasciano la loro terra e i loro affetti. Suoneremo anche della musica antica con brani di autori con radici diverse composti per strumento soprano e tenore baritono basso e che quindi rientrano nel nostro organico.

Poi ci sono appunto le vostre radici.

Sì, nella scaletta del concerto ci sarà anche un brano, molto vivo e intenso, del mio babbo scritto all’età di 12 anni in una Palermo sconvolta dalla guerra. Avi Avital porterà alcuni canti della sua terra e io anche della Sicilia arbëresh, ovvero dei siculo albanesi. Tutto questo programma potrebbe essere però sconvolto dall’incontro con il luogo in cui suoneremo.

Come si mescolano un mandolino e un violoncello?

Il mandolino è uno strumento diffuso in diversi Paesi ed ha un’immagine legata alla cultura popolare. Il violoncello, per noi oggi, ha uno connotazione quasi “blasonata” anche per la sua grandezza ma in realtà ci sono esempi in cui questo strumento veniva usato anche in strada. È il caso del “cittaruni” una sorta di violoncello cinturato e appeso al collo che veniva suonato a feste e matrimoni. Quindi questi due strumenti si possono intrecciare e suonare insieme.

Qual è la particolarità di un musicista come Avi Avital?

Con lui condivido lo stesso tipo di patologia: quella della curiosità. Avi non si ferma davanti a nulla, vuole sempre esplorare nuovi orizzonti, vuole dare una nuova dimensione al suo strumento, il mandolino, calarlo nel presente senza perdere il valore delle radici, della memoria.

Voi arriverete al concerto dopo un trekking di diversi giorni: siete pronti?

Siamo già agitati e in questi giorni s’infittiscono i messaggi su whatsapp con toni quasi di panico. Qualche anno fa mi ero fatto un pochino di training sulle Madonie ma non so se sono pronto alle Dolomiti. Avi è più fortunato perché il mandolino pesa molto meno ma gli metterò alcune pietre nello zaino per rallentarlo un pochino...

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