Per Enrico Ruggeri un nuovo disco in studio, ma «live»

Enrico Ruggeri fa un compendio del suo arco artistico nel nuovo album di inediti ‘Almà, in uscita il 15 marzo. Un lavoro, il suo 35/o, in tensione tra rock e canzone, tra autobiografia e racconto: «Siamo tutti fatti in maniera diversa, ma abbiamo pulsioni comuni - dice all’ANSA Ruggeri -. Per me il confine non è così delineato, tra raccontare di sè e raccontare gli altri».

Un esempio è il brano conclusivo, «Forma 21», che immagina gli attimi prima della morte di Lou Reed: «La canzone è in prima persona, ma è lui che parla: risponde alla domanda che tutti ci dobbiamo fare sul momento della morte, cosa penserò e come lo vivrò, ma è stata scritta con il sorriso, con serenità». Un simile spirito anima, all’estremo opposto, il brano di apertura «Come lacrime nella pioggia», con la musica scritta dal figlio Pico Rama.

Parlare di altri per svelare qualcosa di sè accomuna tutte le tracce come risulta anche in «Un pallone», brano cantato con Ermal Meta che reinventa poeticamente la vicenda di Iqbal Masih, bambino pakistano che già prima dell’uccisione nel 1995 era diventato simbolo della lotta al lavoro minorile: «Avevo raccontato questa storia nel mio programma radiofonico, qui ho voluto giocare sul parallelismo tra il pallone come sogno e il pallone che deve essere cucito. C’è ancora bisogno di canzoni che risveglino le coscienze, specialmente perchè alcuni temi sembra vadano di moda e poi non se ne parla più, c’è quasi una moda del dolore».

Tra ispirazioni new wave, punk, jazz e rock’n’roll, le tracce presentano l’eclettismo stilistico di Ruggeri: «Tutte le volte che entro in studio arrivo con l’intenzione di fare un disco omologo nei suoni, ma poi la mia voglia di sperimentare prevale». A proposito del supporto musicale, che ha un largo spazio («Bisogna far respirare le canzoni, non può esserci solo il cantato»), «Alma» si contraddistingue anche perchè inciso in presa diretta: «A parte qualcosa con i Decibel, non ho mai usato un metodo live in maniera così pronunciata: arrivavo in studio con una canzone, la suonavo una volta alla chitarra e poi la band si aggiungeva. Il vantaggio è che senti il risultato, ti immagini il pezzo dal vivo: oggi, con i dischi incisi su cento piste, sul palco devi esibirti quasi in playback, inoltre diventi bulimico creativamente».

Se pure il disco omaggia un mito personale come Lou Reed («Lui e Bowie sono come gli eroi della nostra mitologia»), in «Supereroi» il punto di vista sui modelli da seguire è ambivalente: «Avevo la musica con il cantato in inglese maccheronico e i miei figli di 13 e 8 anni sono impazziti sentendola: questo mi ha suggerito di scrivere un testo per bambini, sui supereroi. Ma sotto una lettura superficiale capisci che il bisogno di figure rassicuranti convive con la paura di queste stesse figure: credo dica molto sul presente».

Enrico Ruggeri presenterà il disco in tour dal 4 aprile, alternando show acustici nei teatri e show elettrici nei club, sempre con scalette differenti: dopo la data zero (in acustico) al Teatro Mascagni di Chiusi (Siena), Ruggeri toccherà tra le altre Bolzano, Sondrio, Lecce, Brescia, Milano e Torino.

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