La nostra intervista a Carl Brave in concerto stasera e domani a Trento

Carl Brave con un post sui suoi canali social aveva annunciato un tour dalle forme teatrali : una nuova sfida per il camaleontico artista romano, che sarà accompagnato nel suo viaggio nei teatri d’Italia da una super band d’eccezione. Fra le date anche quelle di giovedì 7, con alcuni biglietti ancora disponibili,  e venerdì 8 marzo, con il teatro già sold out, dalle 21, all’Auditorium S. Chiara di Trento per lo spettacolo organizzato da Fiabamusic e Otr Live in collaborazione con il Centro S. Chiara. Per noi l’occasione di sentire Carl Brave, al secolo Carlo Luigi Coraggio, per farci raccontare il suo show e il suo periodo magico.

Ti stai divertendo in questa dimensione?

Penso di aver fatto con i miei musicisti uno step in più, anche perché in teatro abbiamo trovato una vicinanza col pubblico, senza perdere quel senso di “caciara”, la gente canta comunque tanto, si alza, viene sotto al palco a cantare, insomma non si sta certo seduti sulle sedie

Due album di fila nel 2018: avevi così tanta urgenza artistica?

Tutto ha preso forma dalla mia voglia di lavorare, di non fermarmi mai, io mi sento uno stacanovista. Ho preso dal basket questa mentalità dell’allenamento continuo e giornaliero, per me fare le basi e suonare è uno svago che diventa lavoro, quindi i due dischi sono venuti da se.

Come è nata la tua collaborazione in “Posso” con Max Gazzè?

Sono un grande fan di Max Gazzè ma non lo conoscevo. Quando mi sono messo a lavorare al mio secondo album avevo in testa il riff di una canzone, appunto “Posso” con una base e un ritornello molto ironico che mi ricordava proprio lo stile di Max.

 

Ma ti senti parte di una scuola romana?

Certo, sono romano e mi sento parte di una scuola nuova, sicuramente ho imparato dalle vecchie scuole della mia città. Ma la nostra generazione è sicuramente più aperta ai suoni del mondo.

Un caleidoscopio di generi e sfumature che, dal pop, all’indie, al rap ma che musica fa Carl Brave?

Credo che la mia musica non si possa etichettare, perché è un insieme di tanta roba, un potpourri in un calderone, c’è un po’ di tutto, basti dire che i miei miti vanno da Tupac Shakur adAntonello Venditti

Hai in cantiere un nuovo disco per il 2019 o è troppo presto per parlarne?

Sarà un anno dedicato principalmente ai concerti ma sto già pensando e lavorando a nuove canzoni, anche se è presto per parlare di un nuovo album.

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