Fabio Concato a Pergine, stasera il concerto «intimo»

di Fabio De Santi

«Sarà un concerto snello e semplice com’è da sempre nel mio stile, senza trucchi né inganni. Uno spettacolo unplugged che mi vedrà con la mia chitarra accanto a Larry Tommasini e Ornella D’Urbano per una situazione intima e verace insieme».

Sono queste le parole usate da Fabio Concato per delineare, ai lettori dell’Adige, il live di questa sera, martedì 16 ottobre, alle 21, al Teatro Comunale di Pergine, un viaggio di note attraverso i suoi brani più conosciuti e qualche chicca pescata dal suo ricchissimo repertorio.

Fra queste anche due canzoni che da tempo il cantautore milanese non inseriva nei suoi spettacoli: «È capitato con un pezzo, che ho amato tanto ma che per una serie di motivi non ho più suonato quasi me ne fossi dimenticato.
Si tratta di "Ritornando a casa", canzone che ho ritrovato e vestito con nuove forme per il live. Quando si arriva ad avere un repertorio ampio uno si ritrova a fare la scaletta facendo della scelte in base a diversi fattori. Poi c’è un’altra canzone, Dean Martin, che non ho proposto per moltissimo tempo: si tratta del mio primo singolo, quella, e lo dico con grande umiltà, era una canzone molto avanti, si parlava già di travestitismo in tempi in cui l’argomento era quasi tabù».

Concato ha pubblicato il suo primo album «Storie di sempre» nel 1977 seguito da «Svendita totale» e «Zio Tom». Il disco successivo è un successo grazie anche a «Domenica bestiale», conquista e seduce il grande pubblico diventando la prima pietra miliare nella produzione del cantautore. È l’avvio di una fase artistica molto fortunata, che prosegue nel 1984 con un disco che rende popolari canzoni come «Guido piano», «Rosalina», «Sexy Tango», «Ti ricordo ancora» e «Fiore di maggio».

Da allora Concato non ha perso mai la sua ispirazione anche se negli ultimi anni le sue produzioni discografiche sono diventate più rare o rivolte a progetti particolari come quelli del cd «Non smetto di ascoltarti» che univa la sua voce alla tromba di Bosso e all’energia dei tasti di Mazzariello.

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