Soft Machine, due date italiane

di Fabio De Santi

Ci sono anche due tappe in Italia, a Milano e a Lugagnano nel veronese, del tour mondiale con il quale i leggendari Soft Machine celebrano i loro primi cinquant’anni di musica. Anche se della formazione delle origini non rimane alcun componente il nome dei Soft Machine rievoca paesaggi sonori di grande fascino legati al rock progressivo e anche per questo i due eventi italiani sono da non perdere per i cultori del genere.

I Soft Machine saranno giovedì 13 settembre alla Casa di Alex, a Milano e venerdì 14 al Club il Giardino di Lugagnano, dove suoneranno nella loro attuale line up con John Etheridge (chitarra), entrato nella band negli anni ?70, Theo Travis (sax tenore, flauto, tastiere), Roy Babbington (basso) e John Marshall (batteria).

I Soft Machine hanno segnato negli anni ?60, con alcuni dischi diventati un must del rock, definito Canterbury Sound legato. Fulcro dei primi Soft Machine l’australiano Daevid Allen e Robert Wyatt, entrambi appassionati di jazz che contaminarono con elementi rock e psichedelici. Dopo aver conquistato lo status di cult band con le loro performance live, debuttarono nel 1968 con l’album omonimo seguito da Volume Two fra dadaismo, jazz e avanguardia.

Il loro capolavoro «Third» è un doppio contenente un brano per ognuna delle quattro facciate. I Soft Machine, ascoltati a Trento nel 2004, portano avanti la loro idea di musica anche dopo l’abbandono di Wyatt con alterne fortune ma senza raggiungere l’ispirazione creativa delle origini.

I diversi musicisti che hanno alimentato la sigla di Soft Machine si sono cimentati in altri progetti anche usando il nome di Soft Machine Legacy. Nel 2015 la scelta di John Etheridge, Roy Babbington e John Marshall di far rinascere i Soft Machine nella dimensione live anche se pare imminente la realizzazione di un nuovo album.

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