Federico Gorga è Gogà Stasera suona al Loco's

di Fabio De Santi

Il suo album di debutto Oggi mi sento vintage, uscito due mesi fa, si sta facendo notare nel panorama rock pop tricolore.


Lui è Federico Gorga, in arte Gogà, musicista roveretano classe 1990, che dopo aver presentato ieri il cd a Milano stasera, alle 21.30, suonerà al Loco’s di Rovereto, domani all’Accademia di Trento mentre sabato al Bar Bertolasi di Cles.


Da Gogà che dal Trentino, dopo aver studiato anche al Cdm, ha iniziato ad esibirsi come artista di strada a Milano, mentre frequentava l’Università, per intraprendere poi un corso di produzione musicale a Berlino, ci siamo fatti raccontare tutta la sua passione per le sette note.


Federico, da poco ha scelto il nome d’arte di Gogà abbandonando il suo cognome Gorga: come mai?
Non mi piaceva quella “r”, mi sembrava dissonante e così ho reso il mio nome d’arte in qualche modo più morbido. La cosa interessante ? sorride Federico - è che c’è una certa Melissa Gorgà che è un personaggio pubblico americano con milioni di follower e quindi anche in termini di visibilità mi dava fastidio avere il suo stesso nome.


Ama definirsi “cantautore indie pop”: cosa delineano questi termini?
Oggi ci sono tantissimi tipi di musica? io mi ritrovo nel panorama indie, ascolto Gazzelle, The Giornalisti, Calcutta ma nello stesso tempo sono anche un cantautore, un musicista a cui piace scrivere i suoi brani. In questi tempo puoi essere un cantautore e spaziare su vari generi, quello che vado a fare è un genere indie-pop.


Veniamo al primo album “Oggi mi sento vintage” preceduto da diversi singoli.
Questo lavoro raccoglie brani scritti in periodi diversi. È il mio primo lavoro e quindi ci ho dedicato molto tempo. Ci sono canzoni alle quali ho cominciato a lavorare un paio di anni fa e fra queste la title track “Oggi mi sento vintage” un pezzo che parla del tradimento, un tema molto affrontato ma secondo me piuttosto banalizzato. Nel disco ho analizzato il tradimento da due punti di vista: di chi è tradito appunto nel brano che dà il titolo al cd e in un’altra canzone di chi tradisce l’altra persona e cerca di farle capire il suo punto di vista.


Ha fatto praticamente un video per ogni brano del disco o quasi.
Dei nove pezzi dell’album già sei sono diventati videoclip su Youtube un segno di quanto io tenga alla dimensione delle immagini legate alla mia musica. Il primo video è di “Auguri amore” ed è stato girato al teatro comunale di Mori mentre fra quelli più belli c’è anche “Cerco il centro del mondo” girato a Milano con Elena Grimaldi.


Quale dimensione hanno i suoi live?
In questi primi concerti di presentazione del cd mi piace creare un’atmosfera molto intima, piacevole, e sono accompagnato da due musicisti milanesi, Flavio Piccinini, alla batteria e Nicola Mattia Verna al basso, con i quali c’è una gran bella sinergia. Il live di stasera per me è particolare perché si tratta della prima volta che suono i miei inediti a Rovereto perciò ci tengo molto mentre a Trento e a Cles ci sarà spazio anche per alcune cover.

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