Elli de Mon dal Mississippi al Gange

di Fabio De Santi

È la one-woman band Elli de Mon, che spazia dal blues del delta del Mississippi ai raga indiani del delta del Gange, a firmare la colonna sonora dell’appuntamento di stasera, alle 19.30 al Centro Giovani Cantiere 26 di Arco. Un’occasione per lanciare il progetto «Femminile plurale. Genealogie» che coinvolge giovani ragazze sul tema del rapporto tra generazioni al femminile.

Elli de Mon è chitarra resofonica, grancassa, sonagli, voce e ampli saturato: una vera e propria one-girl-band. L’anima folk dei Le-Li, progetto con cui l’artista vicentina ha girato nel recente passato Italia ed Europa e pubblicato tre dischi e un ep su Garrincha Dischi, viene scossa dal risveglio di quel demone interiore che i toni fiabeschi e giocosi delle canzoni del duo erano riusciti a sopire.

Attingendo a piene mani dalla tradizione sciamanica dei lontani incantatori Bessie Smith, Fred McDowell e Son House, Elli combatte i suoi demoni con lo strumento a lei più congeniale: la musica. Un blues nuovo, fatto di slide selvaggi e contaminato da influenze punk (Elisa militava negli Almandi- no Quite Deluxe), che racconta la necessità di uscire dall’ombra, lasciandosi dietro le spalle le esperienze più buie, di superare la notte tanto amata dai demoni e di affrontare il timore che l’incertezza del futuro porta con sè. Elli de Mon ha pubblicato un nuovo lavoro, il quarto dopo «Leave This Town 7”» (2012), «Elli de Mon» (2013) e «II» (2015).

Intitolato «Blues Tapes: The Indian Sessions», il disco fonde raga indiani di tradizione hindostana con gli artisti preferiti della cantante (Mississippi Fred McDowell, Geeshie Wiley, Jimi Hendrix), attraverso l’uso di strumenti tra i quali il sitar, la dilruba, la mohanveehna, le distorsioni della chitarra slide e la voce della stessa Elli, che in Lullaby canta per la prima volta in italiano.

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