«Tu che m’ascolti insegnami» Nuova raccolta di De Andrè

di Fabio De Santi

Domani (venerdì 24 novembre) esce per la Sony Music «Tu che m’ascolti insegnami» la nuova raccolta di Fabrizio De Andrè: un cofanetto che contiene i brani rimasterizzati in alta definizione 24BIT/192KHZ dai master analogici originali di studio proposti sia in 4 cd che in una versione di 8 Lp.
 
«Tu che m’ascolti insegnami - ha spiegato Dori Ghezzi per anni compagna di vita del cantautore genovese - nasce dal desiderio di Sony Music di riproporre parte del suo catalogo rimasterizzando in alta definizione master analogici originali di studio, tra cui anche quelli di Fabrizio.
 
In questa nuova raccolta ho scelto di seguire quattro aree tematiche precise, tentando di ottenere quattro concept album, ciascuno dei quali racconta dimensioni emotive molto care a Fabrizio.
 
Ma tra i tanti fili rossi che si potevano scegliere per correlare (o far ulteriormente tra loro dialogare) i brani, questa volta mi piaceva proporre – meglio, suggerire – chiavi di lettura che, sì, identificassero filoni chiari, ma che a loro volta aprissero a ulteriori nuovi percorsi.
 
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Così il disco dedicato alla spiritualità è anche quello del sogno, quello che ci parla di un tema indissolubile come guerra e pace, ci parla anche di potere e giustizia, quello dedicato all’infanzia ci racconta anche di altre stagioni della vita, e oltre.
 
Femmine un giorno e poi madri per sempre prova a ripercorrere tutte le sfaccettature dell’universo femminile cantate da Fabrizio, sia in forma di ritratto che di affresco, senza dimenticare la denuncia, come nel caso de La canzone di Marinella o Prinçesa».
 
Oltre alla scelta delle tematiche, è sempre importante per Dori Ghezzi l’osmosi tra i brani, che si crea ovviamente anche attraverso le loro armonie musicali: «In questo nuovo lavoro ho cercato di unire alcune canzoni, quasi senza soluzione di continuità, o addirittura badare ai secondi giusti che le separano: lavoro possibile grazie alle capacità non solo tecniche ma anche musicali di Stefano Barzan. Tutta questa attenzione vale anche per l’aspetto grafico dell’opera che in questo caso ha richiesto la sensibilità e la pazienza di Arturo Bertusi e di Chiaroscuro Creative.
 
Come sempre è stata per me indispensabile la collaborazione della Fondazione. Così è nata questa nuova raccolta che sin dal titolo esprime un’esigenza di dialogo, di ricerca di conoscenza, di apertura. Un modo di porsi che credo abbia sempre caratterizzato Fabrizio e la sua opera».
 

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