Il russo Petrenko conquista Bolzano

I musicisti dell'Euyo si abbracciano alla fine del concerto: il pubblico continua ad applaudire ma quel momento è solo per loro, i migliori orchestrali in quest'Europa che scricchiola sempre più. Ma a vent'anni gli scricchiolii non si sentono e qui c'è la musica ad unire. E che musica... La European Union Youth Orchestra è in tour estivo con il suo direttore principale, il quarantenne russo Vasjili Petrenko (nella foto) che sembra anche lui un ragazzino. E Bolzano non è solo una tappa: in città rimane per giorni a studiare, preparare i concerti, come la «cugina» Gustav Mahler Jugendorchester . Insomma, in residenza. La città che si era candidata a capitale europea della cultura, capitale della musica d'Europa lo diventa così tutte le estati. 

E venerdì il primo concerto, nell'abbinata Mozart-Mahler che tanto piaceva al fondatore Claudio Abbado: in apertura il concerto per due pianoforti e orchestra K 365 di Mozart, partitura spettacolare (anche visivamente) nel dividersi e condividersi solistico dei due grancoda. Alla tastiera Katia e Marielle Labéque , sorelle che hanno dedicato al suonare in duo la propria carriera. L'inquietudine, la curiosità e una certa intemperanza caratterizzavano anche l'esecuzione di Mozart, certo vivacissimo, ma capriccioso negli abbellimenti, impaziente nei fraseggi e lunare, come il grande ricamo dorato sul vestito di Katia Labéque. A tratti così aereo da sembrare improvvisato, fatto lì per lì. Orchestra e Petrenko si adattano, ottimi gregari per un Mozart fuori dagli schemi.

Poi, Mahler: la Prima Sinfonia. Eccola l'energia della Euyo, trattenuta nei pianissimi, esplosiva nei crescendo. Le file degli archi hanno un suono di rara bellezza: tecnica e insieme dei colpi d'arco restituiscono quella pronuncia mahleriana che in fondo è la cosa più difficile da ottenere. Petrenko governa l'orchestra perfettamente, nell'intesa col direttore si coglie l'energia di un innamoramento reciproco. E a vent'anni non si può che essere innamorati. 

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