In Primiero è il giorno dei Verdena Stasera concerto a SotAlaZopa

È dalla seconda metà degli anni Novanta, comunque nel secolo scorso, che i Verdena stanno macinando note, capaci album dopo album di trasformarli in un punto di riferimento per la scena indie rock italiana. Questa sera, a conclusione di un pomeriggio musicale con altre band, Alberto Ferrari (voce, chitarra), suo fratello Luca (batteria) e Roberta Sammarelli al basso saranno sul palco di Tonadico nell'ambito del festival SotAlaZopa di cui sono gli headliner.

Al centro del loro live le canzoni del progetto bifronte «Endkadenz» ultimo capitolo, diviso in due, della loro discografia. Un lavoro, ed è una notizia che fa effetto, che ha raggiunto il primo posto nella classifica Fimi-Gfk: dopo averlo sfiorato più volte (solo per citarne alcuni «Wow» si piazzò al secondo posto, mentre «Endkadenz Vol1» al terzo dietro a Jax e Mengoni) la band bergamasca ha finalmente raggiunto la vetta. Proprio da questo disco ha preso le mosse la nostra intervista con Luca Ferrari.

Perché spezzare in due capitoli «Endkadenz»?

«La scelta è stata della nostra casa discografica perché non erano convinti di pubblicare un doppio album. Noi ad essere sinceri avremmo preferito che i due capitoli uscissero insieme? ma alla fine va bene anche cosi. Siamo comunque contenti che Endkadenz abbia visto la luce con tutte le canzoni che ci volevamo infilare dentro. Ad un certo punto volevamo anche incidere due dischi, uno elettrico e uno acustico, ma poi abbiamo abbandonato questa ipotesi».

Avete creato una bella attesa fra chi vi segue grazie anche al tam tam sulla rete.

«Diciamo che questa mossa ha provocato diverse discussioni anche in internet e sui social e appunto una certa attesa sull'uscita della seconda parte del disco. Però non è stata assolutamente una mossa di marketing premeditata, giusto precisarlo».

Le canzoni di questa seconda parte di Endkadenz hanno dei toni diversi da quelle della prima?

«Sostanzialmente direi di no. Le canzoni inserite nei due cd sono state scritte tutte insieme in un unico flusso di note e di idee e poi le abbiamo divise nelle tracklist dei due album senza un criterio particolare».

Qual è allora il filo conduttore di questo doppio album?

«Qualora ci fosse lo lasciamo trovare o scegliere a chi ascolta le nostre nuove canzoni. Nei testi dei nostri brani trattiamo diversi argomenti, viaggiamo con la fantasia, raccontiamo storie a seconda dell'ispirazione del momento. Anche il titolo del disco».

E questo titolo?

«È ispirato ad una foto che raffigura il finale di un'esibizione musical-teatrale del compositore Mauricio Kagel in cui un uomo si schianta dentro un timpano da orchestra dalla membrana di carta. Diciamo che è la "cadenza finale", l'ultimo "colpo". Ci piaceva l'idea che il nostro disco fosse questo: il colpo finale di un live».

Dal punto di vista sonoro invece come lo definireste?

«È un disco in cui si sente il peso delle distorsioni dei suoni. È un disco che "spacca" e non credo ci sia bisogno di altre definizioni».

Parliamo del live: cosa si deve aspettare il pubblico trentino dal vostro set di questa sera a SotalaZopa ?

«In questi primi concerti di settembre puntiamo ancora su Endkadenz vol.1 anche se in scaletta ci sono ovviamente alcuni assaggi del secondo volume e anche pezzi del nostro passato che scegliamo di volta in volta a seconda dell'ispirazione che ci da il posto in cui ci troviamo a suonare».

Vi pesa essere una delle rock band più influenti e comunque apprezzate dalle scena italiana?

«Ti ringrazio per l'apprezzamento ma noi non ci sentiamo assolutamente tali. Siamo fortunati a poter suonare quello che ci piace e quindi sempre assai felici di trovare qualcuno che ci ascolta e ci segue con attenzione. Quando qualcuno ci dice che siamo "famosi" ci viene da sorridere anche perché a pensarci fuori dall'Italia ci dobbiamo ancora far conoscere».

Dopo Endkadenz cosa c'è?

«Un sacco di concerti in cui punteremo sul secondo capitolo e poi magari inizieremo a pensare al nuovo disco».

 

 

 

 

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