Il Museo Diocesano non riapre, ma non si ferma: lavori in corso fino al 25 marzo

Dal 18 gennaio 2021, nelle aree di «fascia gialla», riaprono i musei. Il Museo Diocesano Tridentino, tuttavia, ha deciso di prorogare la chiusura fino al 25 marzo 2021.

Le ragioni di questa scelta sono molteplici, ma il Museo non resta fermo, anzi!
In questi mesi lavorerà per migliorare il servizio offerto al pubblico, potenziare la sicurezza delle persone e delle collezioni e riorganizzare gli spazi riservati agli uffici. Continuerà a proporre attività on line per i diversi pubblici e ci saranno anche piccoli eventi in presenza a porte chiuse.

Spiega Domenica Primerano, direttrice del Museo: “Siamo consapevoli che la decisione di riaprire a fine marzo potrebbe sembrare contraddittoria: ne abbiamo ragionato a lungo, pesando i pro e i contro. Con grande sofferenza abbiamo dovuto constatare, inoltre, che al momento non saremmo in grado di garantire la sicurezza dei visitatori: per i primi tre mesi non potremo disporre delle persone assegnate al museo dal Progettone in supporto ai nostri due custodi. La necessità di sanificare ripetutamente gli ambienti e tutto ciò che i visitatori toccano, in museo e nella basilica paleocristiana, implica la presenza di più persone, in aggiunta a chi presidia la biglietteria”.

Al contempo il Museo è diventato un cantiere: si sta procedendo alla sostituzione dell’obsoleto impianto di rilevazione fumi che garantisce la sicurezza delle persone e delle collezioni; nelle sale si lavora al riallestimento della pinacoteca, per offrire ai visitatori un museo in gran parte rinnovato; è in corso anche il trasloco di parte degli uffici, che troveranno spazio vicino alle aule didattiche.

Questi lavori non fermano la programmazione delle future attività rivolte al pubblico: il personale è impegnato nell’organizzazione di tre nuove iniziative espositive e nel progetto di musealizzazione della cappella del Simonino, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Prosegue anche l’attività di ricerca: in collaborazione con l’Università di Trento e l’Archivio Comunale, il Museo ha avviato un’indagine volta a individuare le fasi costruttive di Palazzo Pretorio; infine, ha preso avvio anche la catalogazione del patrimonio fotografico storico del Museo, un fondo di grande interesse che verrà digitalizzato e messo a disposizione degli utenti.

Continuano anche le attività on line rivolte ai diversi pubblici: i webinar settimanali del martedì (gli incontri sono disponibili sul canale YouTube del Museo), l’attività didattica rivolta alle scuole, sia in modalità sincronica, sia in presenza (se richiesto), la comunicazione tramite i social, la produzione di podcast attraverso i quali raccontare le collezioni e tanto altro ancora. A partire da febbraio verranno organizzate anche iniziative ‘a porte chiuse’ riservate a piccoli gruppi di visitatori e agli abbonati.

“Dunque, il Museo è chiuso, ma non fermo” – prosegue la direttrice – “Impiegheremo questi mesi per migliorare il servizio offerto al pubblico, nella certezza che prima o poi si possa tornare a una normalità più consapevole, più attenta ai valori di solidarietà e sostenibilità che rendono tale una società civile. La riapertura dei musei deve coincidere con la consapevolezza che la cultura cura. Per questo è necessario che essa riprenda quella posizione centrale che ha purtroppo perso, un ruolo essenziale soprattutto in questo tempo sospeso, pieno di incognite, che vede alternarsi speranza e incertezza”.

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