Libri, “Fumetti e potere”: Silvestri e la geopolitica dei supereroi

Dimostrare la valenza geopolitica dei fumetti è lo scopo del libro “Fumetti e potere” scritto da Andrea Silvestri per Edizioni NPE (368 pagine, 12,90 euro). Il libro  si concentra sulle scuole principali del fumetto (Usa, area franco-belga, Giappone e Italia) e sui loro personaggi mainstream e seriali, riservando attenzione pure alle altre tradizioni produttive e al fenomeno dei graphic novel, che offre interessanti finestre conoscitive su altri Paesi e realtà.

Come ogni tipica forma di pop-art, infatti, i fumetti sono, osserva l’autore, lo specchio delle società in cui sono concepiti e riflettono quindi una visione di sé e degli ‘altrì.

Per tale motivo, i comics sono stati utilizzati anche come strumenti di propaganda, specialmente durante i conflitti o i momenti di contrapposizione tra Potenze.
Inoltre, veicolando valori e immagini del paese di origine, possono essere considerati una forma di soft power,  al pari della cinematografia hollywoodiana. Molte delle riflessioni ruotano attorno alla figura dell’eroe, dai supereroi Usa come strumento di propaganda durante la Seconda guerra mondiale e la guerra fredda, fino alle loro incarnazioni nel post 11 settembre, agli eroi giapponesi (che restano intimamente legati alle proprie tradizioni), agli eroi europei (dalla caratterizzazione nazionale meno pronunciata), fino ai personaggi nerì e a-eroici di casa nostra.

Con questo libro, assai ricco e documentato, l’autore (un diplomatico di carriera) ci conduce insomma in un vero e proprio viaggio tra supereroi e antieroi del mondo intero, da Asterix e Tintin a Superman e agli Avengers, da Astroboy e Goku a Tex, Dylan Dog e i nuovi personaggi ‘italianì, fino alle opere di Sacco, Satrapi e Delisle, per esplorare la Nona Arte sotto i prismi dell’analisi geopolitica.

Come conclude Silvestri, «ai giorni nostri il mondo dei fumetti è sempre più globalizzato, grazie ad un linguaggio universale come il disegno e al miscelamento dei generi. Al tempo stesso, è ancora capace di valorizzare ancoraggi culturali nazionali. In un mondo dove i media si incrociano e si contaminano sempre più, i fumetti e i loro derivati (cartoni animati, film, serie tv e videogiochi), rimandano ad un immaginario collettivo globale e locale al tempo stesso, e si prestano a veicolare messaggi decifrabili e interpretabili attraverso gli strumenti dell’analisi geopolitica».

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