Il premio Grenzen al rumeno Florescu

Il premio Frontiere-Grenzen è appannaggio del rumeno Catalin Dorian Florescu. Nel ventesimo anniversario e nella decima edizione il Premio letterario internazionale delle Alpi ha toccato alcuni record importanti: quasi trecento i racconti inviati, sei i Paesi rappresentati.
A Palazzo delle Miniere a Fiera di Primiero si è tenuta la cerimonia di premiazione. Il riconoscimento per la sezione racconti editi è andato allo scrittore Catalin Dorian Florescu, nato in Romania e che dal 1982 vive a Zurigo, in Svizzera. Il suo racconto Ich muss Deutschland è stato scelto dalla giuria come esempio di un «concentrato romanzo neorealistico, nel quale vien fuori l’Europa di ieri e di oggi, con i suoi drammi, le sue chiusure e i suoi muri, e però anche gli atti di ribellione, individuali o collettivi, al pensiero che si vuole dominante e alla paura dell’altro» oltre che per le «notevoli qualità stilistiche».

Nella sezione racconti inediti il primo premio è andato a Renzo Brollo,  nato a Gemona del Friuli nel 1971, dove vive e lavora. Il suo La mano di Dio è piaciuto per la capacità di «evocare atmosfere di provincia e spaccati di natura (la campagna che circonda il fiume Tagliamento), così che le sue poche pagine riescono nella difficile sfida di sorprendere il lettore e incantarlo».
Nella stessa sezione inediti segnalati tre racconti: Piccoli amici di Feliciano Casanova de Marco, San Pietro di Cadore (Belluno); Nach dem Gluck di Loredana Monte, Aaran (Svizzera) e Dispersioni di Anna Marinella Siccardi, Milano.

Il Premio Cassa Rurale è andato a Mario Rumor, dii Santa Giustina (Belluno) per il racconto Bambola di pezza.
Assegnato anche per la prima volta il premio dedicato alla memoria di Peter Oberdörfer, per anni nella giuria, prematuramente scomparso. Il doveroso omaggio ad un poeta, artista, sconfinatore sperimentale e costruttore di ponti senza il quale «Frontiere Grenzen» non sarebbe quello che è oggi. La prima edizione del premio che porta il suo nome va a Jörg Zemmler, autore, poeta, musicista, artista, pubblicista e radiogiornalista, nato a Bolzano nel 1975. Scelto dalla giuria per la sua capacità di aggregare e fare rete tra mondi, quello italiano e tedesco in particolare. I membri della giuria - con Carlo Martinelli, Pietro De Marchi, Lisa Ginzburg e Stefano Zangrando presente anche, per la prima volta il premio Strega 2018 Helena Janeczeck - hanno poi sottolineato con soddisfazione la qualità dei racconti, la sempre più crescente capacità di Frontiere Grenzen di tenere fede alle ragioni per cui è nato il Premio e dunque la capacità di coinvolgere, lungo tutto l’arco alpino e attraverso lingue diverse, chi crede nel significato profondo che il racconto e la scrittura possono avere in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

In questo senso la cerimonia si è aperta con un messaggio di vicinanza a Liliana Segre e a La Pecora Elettrica, la libreria di Roma data alle fiamme due volte nel giro di pochi mesi.
Tornando al premio, i racconti in lizza erano 102 per la sezione editi, che ha assegnato 4 mila euro al vincitore. 190 invece erano i racconti inediti e al vincitore sono andati 2 mila euro. Erano invece 19 i racconti “locali” che hanno partecipato al Premio Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno.

Tanti e pregevoli testi editi hanno concorso a questa decima edizione di Frontiere  Grenzen. Ha vinto, come detto, «Ich muss Deutschland» di Catalin Dorian Florescu, un racconto compreso nella raccolta «Der Nabel der Welt» (L’ombelico del mondo), del 2017. Il narratore-protagonista del racconto di Florescu è una giovane guardia di confine in servizio in una zona della Romania alla frontiera con la Serbia. Nel momento culminante della vicenda, il poliziotto si slaccia le scarpe, le regala al profugo siriano che aveva arrestato mentre, a piedi nudi e sanguinanti, voleva attraversare clandestinamente la frontiera per andare in Germania, e lo lascia scappare.

La scena clou, preparata da pagine in cui si incontra tutta una umanità dolente ma resiliente (memorabili tra le altre le figure della nonna del protagonista e dell’autista del bus), può far pensare a quella che conclude l’episodio napoletano di “Paisà” di Rossellini. Il lungo racconto di Florescu è in effetti una specie di concentrato romanzo “neorealistico”, nel quale vien fuori l’Europa di ieri e di oggi, con i suoi drammi, le sue chiusure e i suoi muri, e però anche gli atti di ribellione, individuali o collettivi, al pensiero che si vuole dominante e alla paura dell’altro. Il racconto di Florescu è notevole anche stilisticamente, per il sapiente scarto che caratterizza il tedesco letterario della narrazione e la lingua dei dialoghi, oltre che per la riuscita alternanza tra il registro tragico e quello umoristico.

Il premio alla memoria di Peter Oberdörfer è andato a Jörg Zemmler, autore, poeta, musicista, artista, pubblicista e radiogiornalista. Nato a Bolzano nel 1975, ha vissuto a Innsbruck e Vienna e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, soprattutto in Austria. Il carattere interdisciplinare della sua opera, la sua verve performativa, la sua intraprendenza nel campo della promozione culturale nel suo territorio e non solo, la sua capacità di aggregare e fare rete tra mondi – tra il mondo italiano e tedesco in particolare – fa di lui un erede perfetto dello spirito e dell’opera di Peter.

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