Impressionisti a Roma: la vita vera fermata sulla tela

di Marzia Apice

La vita vera che scorre davanti agli occhi e si ferma sulla tela, l’ossessione per l’en plein air, la luce brillante che comunica emozione, il pennello che procede vibrando per frammenti e piccoli tocchi: sono ben 55 i capolavori esposti nella mostra Impressionisti segreti, che celebra a Roma l’apertura al pubblico, dopo un lungo restauro, di Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura.

In programma da oggi all’8 marzo, la mostra, a cura di Marianne Mathieu (direttrice scientifica del Musèe Marmottan Monet di Parigi) e Claire Durand-Ruel (discendente del mercante d’arte Paul Durand-Ruel, primo sostenitore degli Impressionisti), ripercorre la storia di uno dei movimenti artistici più noti e amati di sempre attraverso quadri davvero «segreti», perché tutti appartenenti a collezioni private e mai esposti in Italia.

Da Monet a Renoir, da Pissarro a Manet, e poi Sisley, Gauguin, Morisot, Cèzanne: nel percorso le tele di questi maestri - luminose, sfumate, suggestive, tutte istantanee pittoriche del mondo di fine ‘800 - dialogano con gli stucchi, i preziosi pavimenti e le decorazioni barocche del meraviglioso Palazzo che fu residenza fino al 1836 di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Come ha spiegato ai giornalisti la curatrice Mathieu, l’esposizione è strettamente legata al luogo che la accoglie e «non verrà allestita altrove: qui abbiamo voluto sottolineare l’intimità rivelata all’interno di questa residenza, proprio perché le tele provengono da case private e appartengono a 25 collezionisti».

Sono 4 le sezioni che compongono la mostra, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia: il percorso, che procede cronologicamente partendo dall’inizio del movimento, attorno al 1860, si apre con il focus sul paesaggio, elemento fin da subito centrale nella poetica dei pittori impressionisti, sempre attenti a intercettare sulla tela le vibrazioni atmosferiche e i passaggi della luce naturale mentre ritraggono il mondo circostante, abbandonando le vedute grandiose per privilegiare ciò che accade di fronte ai loro occhi.

Via via si susseguono i dipinti di Monet, Sisley, Guillaumin, Pissarro, al quale è dedicata un’intera sala, e Gauguin. La mostra prosegue con le scene della vita parigina, con le strade, i viali, le persone affacciate al balcone, tra Gustave Caillebotte, Edouard Manet, Berthe Morisot ed Eva Gonzalès. C’è anche una tela di Federico Zandomeneghi, unico italiano tra gli artisti presenti.

Poi il percorso espositivo si concentra su Renoir e sulla sua produzione di ritratti, ai quali - sia quelli su commissione sia quelli in cui dipinge soggetti anonimi - egli conferisce la sua particolare cifra di grazia e naturalezza. Infine, spazio alla sezione dedicata al Neoimpressionismo, che documenta la nuova generazione di pittori pronta a farsi largo rispetto ai ?padri?: un nuovo movimento, nato attorno a Paul Signac e Georges Seurat, caratterizzato da una pittura che privilegia il colore senza mescolarlo sulla tavolozza, ma stendendolo in pennellate minute, come tante piccole tessere di un mosaico.

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