Trovato un inedito di Sagan, l'autrice di «Bonjour tristesse»

Era nell’aria da settimane, ma il segreto è rimasto inviolabile: l’opera segreta, incompiuta, di un celebre autore scomparso sarebbe stata pubblicata questo autunno. In pochi pensavano si trattasse di Francoise Sagan, la grande scrittrice morta 15 anni fa e che ieri Le Monde, dedicandole la prima pagina, saluta con un «Rebonjour», strizzata d’occhio all’indimenticabile «Bonjour tristesse».

«È proprio Sagan» è il commento della maggior parte dei critici e degli appassionati, che nelle pagine di «Le quatre coins du coeur» (I quattro angoli del cuore), ritrovano gli accenti, le atmosfere e i personaggi della grande scrittrice. A ritrovare il dattiloscritto è stato il figlio Denis Westhoff, a fare il «colpaccio» la casa editrice Plon, che ha già messo in circolazione oltre 70.000 copie dell’opera.

Anche la storia, piena di luci ed ombre, reminiscenze e ricordi che rivivono, sembra uscire dalle pagine dei libri più popolari di Francoise Sagan: è la vicenda di Ludovic, figlio di un industriale di provincia che appare lanciatissimo nella vita quando scampa, per un pelo, a un terribile incidente stradale (proprio come accadde nel 1957 alla Sagan). La moglie Marie-Laure, una donna disegnata come superficiale e amante delle apparenze, non vuole più saperne. Ma sua madre Fanny, suocera di Ludovic, vedova, comincia a considerare il genero sotto una luce nuova e piena di interesse.

Nella prefazione, il figlio spiega il ritrovamento e il lavoro che ha deciso di fare sull’opera, che gli è arrivata fra le mani dattiloscritta e in molte parti incompleta, lacerata o incomprensibile. Il tutto complicato da una successione difficile e oggetto di battaglia fra gli aventi diritto. Il romanzo gli sarebbe arrivato, racconta Denis, in una «rilegatura in plastica», con una scrittura «a tratti confusa, debole, priva di certe parole, a volte di passaggi interi, insomma incompiuto». Quindi «impubblicabile», come gli confermano diversi editori.

Lunga, racconta il figlio, è stata la riflessione sull’opportunità di lavorare per lui su quel testo della madre.

All’inizio rifiutava, poi la decisione: «Mi sono messo al lavoro facendo le correzioni che mi sembravano necessarie e stando attento a non toccare nulla dello stile, nè del tono del romanzo». «Ma non ho scritto niente - ha spiegato oggi ai microfoni di France Inter - c’erano dei passaggi in cui mancavano delle parole, ho riempito soltanto delle caselle.

Alcuni paragrafi erano spostati. Del testo non ho cambiato nulla. È soltanto il suo testo, quello di mia madre».

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