Storia dei due quadri «fantasma» valgono milioni, sono alle Albere ma non si sa di chi siano

Palazzo delle Albere da molti anni è l’oggetto misterioso della cultura in Trentino. Non è ben chiara la competenza sulle mostre e sul palazzo, di fatto una coabitazione fra Mart e Muse, con il Comune alla finestra, e la Provincia a dettare legge, ma ottenendo come in passato di esporre salumi piuttosto che arte.

Ieri il nuovo presidente del Mart ha fatto la voce grossa, ed ha chiesto che sia nuovamente il Mart (come era in passato) a gestire il palazzo, per metterci alcune importanti collezioni che il museo di Rovereto ha ricevbuto, ma non riesce mai a mettere in mostra per mancanza di spazi. Dall'altra, il neo-presidente del Muse, il filosofo Zecchi, ha rivendicato Palazzo delle Albere, dove intende farci un "Museo della filosofia". In mezzo, l'assessore alla cultura Mirko Bisesti, che ha l'aria di essere capitato in mezzo a una lotta fra titani.

Questa mancanza di gestione unitaria e di prospettiva, produce un risultato clamoroso: da ben 19 anni dentro il palazzo ci sono due opere di fatto abbandonate. Non si tratta di quadri o sculture qualsiasi: sono opera del grande artista inglese Richard Long, che valgono parecchio.
Siamo entrati al palazzo delle Albere e diciamo che lo si può fare abbastanza facilmente, come abbastanza facilmente siamo arrivati al secondo piano nei locali che un tempo ospitava la direzione di Gabriella Belli e gli uffici amministrativi del Mart, prima che sorgesse la sede di Rovereto. Si trovano lì i due enormi quadri: sono stati realizzati sul posto dal grande artista inglese in occasione della sua mostra personale nell’anno 2000.

Di questi quadri - o meglio pannelli dipinti -, però, nessuno sembra sapere la proprietà. A parte il fatto che sono esposti senza alcuna indicazione, senza didascalia e, senza indicazione dell’autore, e quindi possono essere facilmente scambiati per pannelli decorativi e magari asportati, le due opere che abbiamo scoperto avere oggi il valore di mercato astronomico non risultano infatti negli elenchi di proprietà di nessuno.

Abbiamo interrogato il Mart, che pure un’opera di Long la possiede (in questi giorni la sta esponendo all’ultimo piano del museo fra le due gallerie). Ma secondo il registrar del Mart è l’unica che il museo possiede.
Di chi sono quindi queste due pregevoli opere alle Albere? Probabilmente sono della Provincia autonoma di Trento, ma anche su questo è ben difficile avere certezze; ci ha provato ad esempio il pittore Lorenzo Menguzzato che nei giorni scorsi, allestendo la nuova mostra «Artisti a statuto speciale» che è visitabile in questi giorni al palazzo, ha notato questi due grandi pannelli in legno dipinto. Ha segnalato la cosa alla giunta Provinciale e ha cercato un colloquio con l’assessore alle attività culturali. Ma nessuno lo ha ascoltato né voluto ricevere.

E pensare che l’assessore alla Cultura Bisesti davanti a queste due opere ci è passato la settimana scorsa, insieme a Vittorio Sgarbi, in ricognizione alle Albere, e non si è accorto di niente. A nessuno è venuto in mente di chiedersi cosa sono quei due grandi pannelli dipinti, e chi li abbia messi lì.

Giacciono lì da 19 anni, come fossero materiali da cantiere. «E pensare - commenta amaramente il pittore Lorenzo Menguzzato - che vendendone anche solo uno dei due, si potrebbe finanziare un Centro studi dell’arte trentina a disposizione degli artisti». E magari si potrà avere una risposta il prossimo 29 giugno, giornata in cui si terrà un dibattito sulla Cultura in Trentino.

Margherita de Pilati, una delle curatrici del Mart, ci aiuta su Facebook a fare chiarezza: «Quelli sono due interventi che a suo tempo Richard Long fece direttamente sulle pareti del secondo piano a palazzo delle Albere durante l’allestimento di una sua mostra. capita di frequente che artisti contemporanei realizzino degli interventi site specific durante un allestimento ma a meno che non esista un accordo ben preciso con l’artista, non si possono considerare opere d’arte ma “materiale di allestimento”. Questo è stato fatto presente anche a Sgarbi proprio dal direttore del Mart Gianfranco Maraniello e si è anche convenuti che qualora lo spazio di Palazzo delle Albere dovesse tornare ad occuparsi di arte, si sarebbe trovato un modo per far sì che l’artista Richard Long legittimi i due lavori facendoli diventare opere d’arte a tutti gli effetti».

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