Simone Weil fra anarchismo e cristianesimo una filosofa contro l'oscurità nazifascista

Fu una delle figure più alte e nobili della prima metà del Novecento, quando era «mezzanotte nel secolo», con il fascismo e il nazismo trionfanti. Fu partigiana e scrittrice. Simone Weil (nella foto) è una filosofa ancora da studiare e da capire.

E lo spunto per riflettere sulla sua opera sarà domani alle ore 19, alla Libreria Arcadia di Rovereto, con Gloria Zanardo, a sua volta teorica raffinata, animatrice di Diotima. 

La riflessione di Simone Weil sull'impersonale sembra dischiudere un orizzonte di speranza a un Occidente che ha smarrito il proprio senso. La nozione di "impersonale" compare nell'opera matura della filosofa francese ed in particolare negli scritti di Londra, riuscendo a risignificarne tutto il percorso tanto da farle iniziare una riflessione sulle istituzioni, il diritto e la loro insufficienza a contrastare il movimento delle società di massa e dei totalitarismi che si affacciano negli anni Venti e Trenta in Europa.

Simone Adolphine Weil (1909-1943) è stata una filosofa, mistica e scrittrice francese, la cui fama è legata, oltre che alla vasta produzione letteraria, alle drammatiche vicende esistenziali che attraversò, dalla scelta di lasciare l'insegnamento per sperimentare la condizione operaia, fino all'impegno come partigiana, nonostante i gravi problemi di salute. Sorella del matematico André Weil, fu vicina al pensiero anarchico e all'eterodossia marxista.

Ebbe contatti, sebbene conflittuali, con Lev Trotsky , e fu in rapporto con varie figure di rilievo della cultura francese dell'epoca. Nel corso del tempo, legò se stessa all'esperienza della mistica cristiana, pur nel volontario distacco dalle forme istituzionali della religione, per fedeltà alla propria vocazione morale di presenziare fra gli esclusi.

La strenua accettazione della sventura, tema centrale della sua riflessione matura, ebbe ad essere, di pari passo con l'attivismo politico e sociale, una costante delle sue scelte di vita, mosse da una vivace dedizione solidaristica, spinta fino al sacrificio di sé.

La sua complessa figura, che fu accostata in seguito a quelle dei santi, è divenuta celebre anche grazie allo zelo editoriale di Albert Camus , che dopo la morte di lei a soli 34 anni, ne ha divulgato e promosso le opere, i cui argomenti spaziano dall'etica alla filosofia politica, dalla metafisica all'estetica, comprendendo alcuni testi poetici.

Gloria Zanardo ne parlerà al pubblico della libreria. Zandardo, che partecipa al lavoro filosofico della comunità di Diotima, vive a Verona, è autrice di saggi su Luce Irigaray e Jacques Lacan e ha dedicato a Simone Weil Un'apertura di infinito nel finito (Mimesis Edizioni).
L'incontro all'Arcaida si tiene in collaborazione con la Casa delle Donne di Rovereto.

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