La nuova mostra di Pistoletto metà con le sue opere e metà quelle del padre

«Il punto è questo: si tratta di lasciare un’eredità ai padri»: così Michelangelo Pistoletto presenta «Padre e Figlio», il percorso espositivo diffuso a cura di Alberto Fiz che pone in dialogo la sua produzione artistica con quella del padre, Ettore Pistoletto Olivero, pittore di paesaggi e nature morte, scomparso nel 1981.

La mostra - presentata a Milano e aperta dal 17 aprile al 13 ottobre - si snoda nel biellese, in tre sedi: Palazzo Gromo Losa, storica dimora signorile restaurata e messa a disposizione della città dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto e Casa Zegna.
«Partendo dal dialogo tra Michelangelo Pistoletto e suo padre - spiega Fiz - è possibile interrogarsi sui concetti di tempo storico e tempo soggettivo, ma anche sulla necessità di accettare le differenze da cui può scaturire, persino, un’intima complicità».
Padre e Figlio presenta oltre cento opere tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, lightbox, video e fotografie e si tiene in un anno molto significativo per Biella, che nel 2019 proporrà la propria candidatura al network Unesco delle città creative, avendo Michelangelo Pistoletto come ambasciatore.

A Palazzo Gromo Losa, la prima tappa del progetto, incentrata sul rispecchiamento tra i lavori di Ettore e quelli di Michelangelo Pistoletto. Casa Zegna a Trivero è principalmente luogo di un omaggio a Ettore Pistoletto Olivero: all’interno dell’edificio vengono esposti, per la prima volta in una mostra pubblica, i dipinti dell’artista risalenti al biennio 1952-1953.

Il percorso si conclude a Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, dove il punto di partenza è la ricostruzione di «Padre, figlio e creatività», una delle installazioni del ciclo Le Stanze, realizzato nel 1975.

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