In mostra il De Gasperi privato

di Daniele Benfanti

Ci sono gli occhiali con la montatura tonda, iconici, diventati marchio di fabbrica della vita istituzionale e del pensiero politico di Alcide De Gasperi. C’è il cappello color tortora indossato negli anni cinquanta. C’è la lunga penna stilografica nera usata sulla scrivania di casa, a Roma. Ma ci sono soprattutto abiti, oggetti, effetti personali e documenti di De Gasperi che descrivono il suo amore per la montagna e il Trentino. Materiali che la figlia primogenita, Maria Romana - segretaria «non stipendiata», per anni, del padre - ha scelto di cedere con una donazione al Comune di Trento e alla Fondazione museo storico del Trentino.

Fino al primo luglio la mostra Alcide De Gasperi, la montagna, il Trentino. Tracce di un rapporto sentimentale presso Cappella Vantini a Trento (ingresso da Via delle Orne, nel complesso di Palazzo Thun; visite tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì), curata da Elena Tonezzer, storica della Fondazione. Esposti, in due tavoli vetrati a forma di semicerchio, che rispecchiano le forme della cupola della cappella ottocentesca, alcune decine di oggetti delle diverse centinaia che compongono la donazione formalizzata dalla figlia maggiore dello statista.

«Si tratta di oggetti originali custoditi finora nella casa di Roma e di Sella Valsugana da Maria Romana - spiega il giornalista e curatore della selezione di materiali Paolo Magagnotti - e devo dire che la signora De Gasperi ha vissuto con una sofferta emozione il distacco da questi oggetti, data l’autentica venerazione che nutre nei confronti del padre, della cui vicenda pubblica e privata è attenta e attiva testimone da oltre sessant’anni. Si tratta di oggetti che molte istituzioni avrebbero voluto esporre sia in altri paesi europei che negli Stati Uniti».
Quelli esposti in mostra rappresentano circa un quinto dell’intera donazione.

C’è soprattutto il rapporto di De Gasperi con la montagna: il suo maglione grigio con zip, la sciarpa, i calzettoni verdi, il bastone di legno e il binocolo che utilizzava durante le vacanze a Sella. Il vestito grigio a spina di pesce, con panciotto, indossato quando tornava in Trentino. Persino le sei bocce con pallino con le quali giocava vicino casa. Ci sono la tessera di iscrizione alla Sat del 1914 e la tessera di socio onorario dell’Associazione alpini di Borgo Valsugana del 1953. C’è anche un appunto autografo in cui De Gasperi misura la distanza, in passi, della casa di Sella da una fonte d’acqua. Un appunto tecnico per realizzare una tubatura idrica. E sono esposti anche i libri micologici di Bresadola utilizzati durante le uscite nei boschi di Sella a raccogliere funghi. Ma non manca, accanto a foto private e familiari, una chicca decisamente più istituzionale: la copia originale della Costituzione italiana, da lui firmata il 27 dicembre 1947.

Altre due copie vennero trattenute dagli altri due firmatari: il Capo dello Stato provvisorio, Enrico De Nicola, e il presidente della Costituente Umberto Terracini.
«La dimensione prevalentemente intima degli oggetti esposti e della cappella (utilizzata dalla famiglia Thun) - spiega l’architetto Alberto Winterle, che ha curato l’allestimento - viene sottolineata dai tanti pali sottili, quasi timidi, di ferro, che sostengono i due tavoli espositivi». Un’immersione in punta di piedi, insomma, nel mondo degasperiano, che rimane pur sempre indissolubilmente politico: «Mio padre era un politico anche durante un’escursione in montagna, quando si guardava attorno - ricorda Maria Romana - perché per lui essere politico voleva dire avere uno sguardo in profondità nelle cose, occuparsi sempre della gente e dei bisogni degli altri, soprattutto di chi non aveva voce».

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