Le partigiane Ora e Veglia due simboli per l'Otto marzo

Il 19 febbraio 1945 veniva uccisa dai nazisti, a soli 18 anni, la partigiana trentina Ancilla Marighetto Ora, che faceva parte del battaglione Gherlenda, operativo in Tesino per alcuni mesi del 1944 e inquadrato nella brigata bellunese Gramsci.
 
Qualche mese prima, nel corso di un violento rastrellamento antipartigiano in Tesino, fu arrestata e poi uccisa Clorinda Menguzzato, la partigiana Veglia, fermata da una pattuglia del Corpo di sicurezza trentino (Cst) nell'ottobre 1944, presso Celado. La giovane fu a lungo torturata sotto interrogatorio dal capitano Ss tirolese Karl Julius Hegenbart e infine fucilata l'11 ottobre.
 
Nella giornata internazionale dedicata alla donna e alle lotte per le pari opportunità di genere, Ora e Veglia sono due figure emblematiche da ricordare anche l'Otto marzo per la generosità e la forza con cui si sono spese per una causa giusta: sconfiggere il nazifascismo e riaffermare la libertà delle popolazioni.
 
Da qualche anno nei pressi di villa Daziaro, tra Castello e Pieve Tesino, una lapide ricorda il suo sacrificio, nel punto in cui fu scaraventato il suo corpo senza vita, poi recuperato dalle donne del luogo che lo vestirono con il costume tradizionale, a mo' di sfida agli occupanti crudeli.
Al passo Brocon dall'anno scorso è stato tracciato un sentiero dedicato a Ora: i segnavia gialli accompagnano l'escursionista dalla mulattiera nei pressi di malga Arpaco: si procede upoco verso il monte Coppolo e poi si lascia la strada per scendere a sinistra sul sentiero verso malga Valarica di sopra e poi nel bosco verso malga Valarica di sotto, dove si svolsero i tragici fatti del febbraio 1945, con l'agguato di una pattuglia di miliziani nazisti del Corpo di sicurezza trentino ai danni del gruppetto di partigiani composto da trentini e da bellunesi.
 
Il sentiero percorre la lunga fuga di Ora nei boschi, in direzione del Col del Toc, al confine fra Trento e Belluno, fino al Lares (larice) de Ora, il punto in cui la ragazza fu uccisa con un colpo di pistola alla testa, dopo un sommario interrogatorio, da un miliziano collaborazionista trentino del Cst su ordine di Hegenbart.
 
Il Gherlenda fu un raro esempio di lotta partigiana in Trentino e fu presto sgominato dagli occupanti che alla fine braccarono l'ultimo gruppetto sopravvissuto all'inverno e attivo nella zona del passo Brocon.
 
Ora era in compagnia del fratello e di altri cinque partigian: si trovavano a malga Valarica di sotto dove nel settembre 2012 è stata finalmente posta una targa in memoria: il video documenta questa cerimonia.
 
Sola la ragazza, che aveva compiuto 18 anni un paio di settimane prima, fu raggiunta dai nazisti e uccisa dopo aver opposto il silenzio alle domande di Hegenbart (1903-1990), un feroce criminale di guerra condannato all'ergastolo ma - come molti altri anche attivi nella zona dolomitica - mai estradato dall'Austria, dove visse serenamente fino alla fine dei suoi giorni.
 
Dopo l'8 settembre Belluno, Trento e Bolzano vennero annesse alla Germania con l'istituzione della Zona di operazioni delle Prealpi. In provincia di Belluno, dove fin da subito si organizzò una forte resistenza, l'occupazione era feroce e anche la zona del Feltrino visse anni terribili, fra rastrellamenti, uccisioni, torture, rappresaglie sui civili, paesi incendiati.
 
In Trentino, decapitato presto il livello politico, non si arrivò mai a una resistenza organizzata sul territorio, salvo il caso appunto del Tesino e, in precedenza per un brevissimo periodo, della val Cadino (Fiemme) e del Basso Sarca.
 
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