The Irishman è l'evento della Festa del Cinema

Basterebbe il solo The Irishman di Martin Scorsese per giustificare questa 14/ma edizione della Festa del Cinema Roma presentata ieri mattina all’Auditorium Parco della Musica dal direttore artistico, Antonio Monda, e da Laura Delli Colli, presidente Fondazione Cinema per Roma. Sala Petrassi gremita per raccontare un evento che, grazie anche alla formula film non necessariamente in anteprima mondiale, continua ad essere un’efficace rassegna del meglio del cinema mondiale declinato quest’anno al mondo femminile (19 le registe donne), alla musica - dai Negramaro a Pavarotti - alla letteratura e con temi vicini all’emigrazione e l’ambiente.

Una festa con una doppia anima sintetizzata con efficacia da Laura Delli Colli: «da una parte c’è una festa iconica e glamour, come è nel manifesto con Greta Garbo, e dall’altra, c’è uno spirito da adolescente, da quattordicenne, proprio come gli anni che compie quest’anno la festa».

Da Monda toni trionfalistici a inizio presentazione: «Negli ultimi tre anni sono venuti, proprio dalla festa di Roma, ben due premi Oscar come è stato per Green Book e Moonlight. Abbiamo poi avuto - aggiunge - un aumento del sei per cento del pubblico ma - ribadisce con orgoglio ancora Monda al suo quinto mandato - questa resta comunque una festa, un evento anche nazional-popolare e chi vorrà vedere invece un festival in quello che facciamo resterà deluso».

Una manifestazione, comunque, in continua espansione “basti pensare - dice sempre Monda - che a Roma ci sono 18 luoghi deputati alla festa contro i sette dell’anno scorso a cui si aggiungono poi altre dodici risonanze». E ancora restando ai soli numeri: sono 25 i paesi partecipanti, 37 le anteprime mondiali, tre le internazionali, 12 le europee e 18 le italiane.

Sul fronte dei film, a parte The Irishman che Monda definisce «il film più bello dell’anno, una sorta di epica saga della criminalità con tanto di contro storia americana sullo sfondo, come l’omicidio Kennedy e lo scandalo Watergate» ci sono in concorso film come Downtown Abbey di Michael Engler, spin-off della famosa serie tv che segue le appassionanti vicende dell’aristocratica famiglia Crawley, il docu di Werner Herzog Nomad. In The Footsteps of Bruce Chatwin, sullo scrittore e viaggiatore.

E sempre da Monda la raccomandazione di non perdere assolutamente un film come Waves di Trey Edward Shults con la storia di Tyler, giovane afroamericano, promettente campione nella squadra di wrestiling, a cui capita qualcosa di davvero inaspettato.

E, sempre tra gli imperdibili, Where’S My Roy Cohn?, ovvero la storia di questo personaggio, avvocato campione delle arti oscure della politica americana.

Per l’Italia invece tre film in selezione ufficiale: Il ladro di giorni di Guido Lombardi con Riccardo Scamarcio che, uscito di prigione, compare improvvisamente a un figlio di 11 anni che non ha mai conosciuto; Santa subito di Alessandro Piva ci porta a Bari a fine anni Ottanta con la storia appunto di Santa, venti anni, divisa tra fede cristiana e fame di vita e, infine, Tornare di Cristina Comencini, film di chiusura, con protagonista Alice, quaranta anni, che rientra dall’America dopo una lunga assenza e trova nella sua casa una strana presenza.

Tanta musica poi in questa 14/ma edizione: si va da Pavarotti (Pavarotti di Ron Howard) ai Negramaro (Negramaro. L’anima vista da qui di Gianluca Grandinetti) incentrato sugli ultimi tre anni della band salentina, poi doc su Bruce Springsteen e Kurt Cobain per non parlare del biopic Judy con Renee Zellweger nel ruolo di Judy Garland.

Tra gli eventi speciali la storia dei Cecchi Gori di Simone Isola e Marco Spagnoli e Interdependence, un film progetto che affronta il tema dei cambiamenti climatici dando voce a 11 storie originali diretti da registi indipendenti dei 5 continenti.

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