Keira Knightley tra guerra, passione e tradimenti

Due lutti intimi si fondono con l'impatto della fine, almeno apparente, di una guerra, dalla prospettiva di vincitori e vinti, nella storia d'amore, tradimenti e rinascita raccontata in La conseguenza di James Kent, con Keira Knightley, Alexander Skarsgard e Jason Clarke, in sala dal 21 marzo con 20th Century Fox.

Tratto dal bestseller omonimo di Rhidian Brook, in arrivo nelle librerie italiane con Mondadori, il film è ambientato nell'Amburgo in macerie del 1946, governata dall'esercito occupante inglese. Si compie il viaggio in un Paese, dove disperazione, fame, senso di colpa ma anche rabbia di chi non si rassegna alla fine del Terzo Reich, fanno da specchio ai conflitti e le passioni che coinvolgono i protagonisti. Una miscela che, per un paio di scene di sesso, un accenno di nudità e qualche immagine legata agli orrori della guerra, si è guadagnata negli Usa da parte dell'MPAA (Motion Picture Association of America) il rating 'R' (assegnato recentemente, fra gli altri, anche all'ultimo film di Clint Eastwood, The Mule, al provocatorio La casa di Jack di Lars Von Trier, e ai candidati all'Oscar Cold War e Cafarnao) con il quale si permette l'ingresso in sala dei minori di 17 anni solo se accompagnati da un genitore o un tutore adulto.

Jams Kent, che aveva già raccontato la distruzione portata da una guerra in Generazione perduta (2014), non scava a fondo ma si affida principalmente all'eleganza della messa in scena e all'alchimia fra gli attori per tratteggiare una storia nella quale dominano le fragilità dei personaggi. Al centro della trama c'è Rachael (Knightley), che raggiunge ad Amburgo, il marito Lewis (Clarke in una performance particolarmente coinvolgente) colonnello inglese, efficiente quanto empatico, al quale è stata affidata la gestione della ricostruzione della città. La donna, che ha perso durante la guerra, sotto i bombardamenti di Londra, il figlio 11enne, scopre una volta arrivata che abiteranno in una grande casa requisita al tedesco Stefan Lubert, architetto diventato per necessità operaio in fabbrica: grazie alla generosità del colonnello, l'uomo continua a vivere insieme alla figlia adolescente e ribelle Freda (Flora Thiemann), nell'edificio. Rachael contrasta inizialmente quella convivenza con i 'nemici' e fatica a dialogare con il marito, che non ha saputo starle accanto alla morte del figlio. La donna però sviluppa, pian piano, una sintonia sempre più profonda con il fiero e sensibile Stefan (rimasto vedovo durante la guerra) che come lei sogna un nuovo inizio. Fra i due l'attrazione diventa sempre più incontrollabile. Per prepararsi al ruolo di una madre in lutto Keira Knightley ha letto libri come L'anno del pensiero magico di Joan Didion, e Diario di un dolore di C.S Lewis.

"E' stato interessante interpretare un personaggio che reagisce a un ambiente completamente nuovo - spiega nelle note di produzione -. Rachael ha vissuto attraverso la guerra, ha affrontato il bombardamento di Londra. Quello che non aveva mai visto è la catastrofe accaduta in Germania. Mi piaceva l'idea che fosse venuta con un'idea preconcetta di come sarebbero state quelle persone e poi improvvisamente debba realizzare che anche loro stanno vivendo il lutto come lo vive lei, che soffrono per una terribile perdita, come soffre lei".

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