Le due regine inglesi, l'Inghilterra dà spettacolo

Due giovani monarche, cugine brillanti e coraggiose, in rivalità tra loro ma soprattutto impegnate a difendersi costantemente da corti dominate da uomini che non accettano e temono il potere in mano ad una donna. Sono i tratti che emergono dai ritratti di Maria Stuarda (Saoirse Ronan), e Elisabetta I (Margot Robbie) in Maria Regina di Scozia, nuovo racconto del rapporto sulle due regnanti, già fonte d’ispirazione, fra gli altri, per Schiller, Donizetti e diversi film, come Maria Stuarda di John Ford con Katharine Hepburn (1936). In questa nuova versione, nelle sale italiane dal 17 gennaio con Universal, si è affidata la sceneggiatura a un esperto nel raccontare gli intrighi del potere come Beau Willimon (autore dell’adattamento americano della serie House of Cards), che ha usato per il film, come fonte principale, la biografia di Maria Stuarda scritta da John Guy.

Spicca il confronto fra le due protagoniste, Saoirse Ronan, nei panni della cattolica Maria Stuarda (1542 - 1587) , che dopo la morte del marito Re di Francia, torna 18enne in Scozia, nel 1561 per riprendersi la corona, e la grande Elisabetta I (1533 - 1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, tanto potente quanto consapevole di non potersi fidare di nessuno intorno a lei.

Nell’ottimo cast, fra gli altri, anche Guy Pearce, David Tennant, Adrian Lester e Jack Lowden.
Nel racconto, da una parte c’è l’irrefrenabile Maria, convinta di essere per rango l’erede naturale anche del trono d’Inghilterra, e poco disposta a venire a compromessi nelle sue scelte, per quanto Lord Darnley (Lowden), che decide di sposare e con cui ha un erede, le riserva qualche sgradevole sorpresa.
Una ‘pretesà di libertà che la rende facile bersaglio dei cortigiani e della feroce opposizione di John Knox (Tennant), guida del fronte protestante in Scozia, convinto che avere alla guida del Paese una donna sia peggio di una pestilenza.

Dall’altra parte invece Elisabetta I, che soffre il confronto, anche fisico, con la bellissima cugina, e ne invidia l’essere diventata madre, è molto più consapevole di tutte le responsabilità che il suo potere comporta. La regina d’Inghilterra sarà pronta ad aiutare e offrire rifugio a Maria quando in Scozia la ribellione contro di lei ne mette a rischio l’incolumità ma l’avere la rivale in patria, per quanto sotto stretta sorveglianza, diventa politicamente, con gli anni, una decisione insostenibile.
Il film sa far emergere con sapienza i temi sempre attuali della storia, come la difficile accettazione di una donna in un ruolo di potere. Tuttavia sulla produzione non sono mancate le critiche, ad esempio, per il glamour giudicato da alcuni poco realistico della ricostruzione e per l’aver messo in scena l’incontro fra le regine (già immaginato anche, fra gli altri, da Schiller e Donizetti) che secondo gli storici non ci sarebbe mai stato, per quanto le due avessero avuto un rapporto epistolare molto intenso.
Un incontro che per Josie Rourke, già pluripremiata regista teatrale, era fondamentale mostrare: «Quando ho cominciato a parlare con i miei collaboratori, ho fatto riferimento al film di Michael Mann, Heat - spiega nelle note di produzione -. In qualche modo, il nostro film richiama quelle dinamiche». Per lei «anche se si muovono in maniera molto differente, queste due donne rappresentano due facce della stessa moneta. Il film è chiaramente molto focalizzato su Maria, ma come Batman ha un suo Joker e Sherlock Holmes si batte con Moriarty, Elisabetta è una controparte psicologica molto stimolante. Sono stata entusiasta di poter costruire una storia di questo tipo».

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