La solitudine di Emily Dickinson

Ci voleva il coraggio e la sensibilità di Terence Davies per raccontare una storia così difficile come quella di Emily Dickinson.

Ovvero raccontare la sua anima complicata di poetessa introversa come fa il regista inglese in A Quiet Passion. Il film, in sala da giovedì 14 giugno distribuito da Satine Film, mostra, con puntualità e senza alcuna concessione allo spettacolo, la solitudine di un’artista riconosciuta solo dopo la sua morte.

E a Roma Davies non nasconde come con la poetessa abbia delle affinità biografiche, specie per quanto riguarda l’isolamento e la famiglia: «Ero il più piccolo di dieci fratelli, nato a Liverpool in una famiglia della classe operaia - dice - e quando ho scoperto di essere diverso, di essere gay, pregavo ogni giorno il Signore, tanto da farmi sanguinare le ginocchia, di farmi essere come gli altri. Anche io poi, come Emily, pensavo allora che la famiglia fosse il posto più bello del mondo».

In «A Quiet Passion» la storia della poetessa statunitense (Cynthia Nixon) - nata ad Amherst (Massachusetts), da Edward Dickinson (Keith Carradine), avvocato e politico, e da Emily Norcross (Joanna Bacon) - un’artista che ha passato appunto tutta la sua vita in famiglia considerata da lei tutto il suo universo. Una vita, condivisa con la sorella Vinnie (Jennifer Ehle) e il fratello Austin (Duncan Duff), nel segno di una spiritualità molto personale, della ribellione verso il mondo degli uomini e infine anche dalla voglia di un riconoscimento artistico che non arriverà mai.

Ma in «A Quiet Passion» anche l’ostinazione dell’artista che, tra crisi e malattie, continuò a scrivere ogni giorno poesie, molte sul tema della morte e della bellezza, fino alla sua scomparsa a 56 anni nel 1886.
«Ho voluto raccontare questo personaggio - dice il regista di «Voci lontane... sempre presenti» - perché quando ero giovane non riuscivo a smettere di leggere e rileggere le sue poesie».
Riguardo alla scelta della Nixon, star della serie tv «Sex and the City» e ora candidata democratica come governatore di New York: «Confesso - dice Davies - che non ho mai visto quella serie se non una volta senza audio. Certo quel tipo di sesso non mi interessa, secondo me non dà alcuna gioia, ma forse lo dico solo per invidia. Comunque la Nixon è un’attrice passionale con un grande senso dell’umorismo e anche una fervente democratica, tutte cose che alla fine non guastano».

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