Arrivano i Cannibali Commestibili

di Fabio De Santi

Una nuova, inquietante e famelica, creatura sonora si aggira sulla scena musicale trentina.
Stiamo parlando dei Cannibali Commestibili, un terzetto alternative stoner - rock della Piana Rotaliana che ha lanciato il suo omonimo album di debutto.
Nove le tracce, da «Gordon Pym» a «Luna in cenere», che danno forma alla tracklist del cd suonato da Paolo Murari (basso), Daniel Nardon (chitarra) e Maurizio Togn (batteria e voce) e pubblicato dalla label Overdub Recordings.

Un lavoro, registrato da Fabio Sforza ai No Logo Studio di Laives e masterizzato da Justin Perkins ai Mysteryroom di Milwaukee negli Stati Uniti, che si apre come un viaggio, tanto fisico quanto onirico, sul quale però si riversano da subito le ombre dell'inquietudine: non a caso il pezzo d'apertura si chiama «Gordon Pym», come lo sfortunato navigatore protagonista dell'omonimo romanzo di Poe.

 

«Il viaggio che proponiamo in questo cd - raccontano i tre Cannibali - conduce attraverso atmosfere torbide, fangose, esotiche di canzoni come "Qualche corpo" e "L.A." potenti nel linguaggio dei testi quanto nell' impatto sonoro, fatto di urla graffiate, ritmi martellanti e distorsioni cupe e massicce». Attorno alla metà del disco sembra arrivare un momento di luce, fatto di un'amara dolcezza, ma non si tratta di una pioggerellina live per rinfrescarci le orecchie, quanto di una «Pioggia Acida» che diventa presto il diluvio magmatico di «Nylon».
Il viaggio prosegue così addentrandosi sempre più in questa foresta d'angoscia, culminando poi col momento in cui si intravedono i cannibali fra gli alberi stoner di «Dottor Darrow» e la lancinante «Luna in cenere».

«Ad ispirarci nella scelta del nostro nome - spiegano i tre musicisti - è stato il documentario "Cannibals in the jungle" che avevamo visto insieme. Da quel momento abbiamo deciso di creare un gruppo in grado di rivelare la nostra natura sonora cannibale, stoner, ruvida, per dar vita ad un muro di suono ed una marea ritmica pronta a travolgere tutti al primo ascolto».
Pochi giorni fa è uscito il videoclip del brano «Qualche corpo» firmato alla regia da Joe Barba, al secolo Stefano Bellumat, e sponsorizzato dalla Fabio Gottardi's Production: «In queste immagini abbiamo voluto addentrarci nella natura umana più spietata: quella dell'istinto di sopravvivenza, di nichilismo, di autodistruzione. Ne è uscito un videoclip urticante e capace di stimolare lo spettatore verso tematiche inesplorate. Ognuno di noi - è il pensiero dei Cannibali - nella vita, usa le persone a proprio piacimento: chi per piacere sessuale, chi per il benessere. Ovviamente la ruota gira senza mai uscirne vincitori».

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