Caterina: le dieci canzoni di "Caterina" raccontano l'universo della cantautrice trentina

di Fabio De Santi

Ha fatto le cose senza fretta, cesellando brano per brano le dieci tracce del suo primo disco Caterina Cropelli, anzi solo Caterina, perchè questo da alcuni mesi è il suo nome d'arte. La cantautrice trentina pubblica oggi il suo album omonimo di debutto, che esce in tutti i negozioni digitali e sulle piattaforme streaming su etichetta Fiabamusic/Artist First. Un disco, mixato da Marco Dal Lago e curato nel mastering da Maurizio Biancani, che arriva a quattro anni di distanza dalla partecipazione della cantautrice di Cles ad X Factor. Ad accompagnare il lancio del disco anche il video del singolo "Duemiacredici" interamente prodotto e girato dall'artista in questi giornin di isolamento casalingo dovuti all'emergenza Coronavirus.

Caterina, cosa racconta il tuo primo disco d'inediti?

<Vi sono racchiusi gli ultimi tre anni della mia vita come fossero una fotografia cantata. Ho deciso di chiamare il mio primo disco “Caterina” perchè questo lavoro mi ha fatta crescere, e ritrovare, abbiamo fatto una parte di questa meravigliosa strada insieme. Mi sento grata e fortunata per questa possibilità che mi è stata data, da Piero Fiabane e dalle persone che insieme a noi ci hanno lavorato>.

C'è un filo conduttore che lega i dieci pezzi della tracklist?

<Non credo, i pezzi sono nati uno dopo l’altro ma ogni giorno viviamo emozioni diverse e per questo ogni brano ha una storia tutta sua Per quanto riguarda la sonorità credo potrà essere un disco molto riconoscibile>.

 

Quanto hai sentito "il peso" di questo debutto dopo l'esperienza di X Factor?

Non siamo nati imparati, e imparati non ci moriamo. È stato necessario ritrovarmi, accettarmi e amare le mie fragilità. Prima del programma non avevo mai pensato di scrivere, ho intrapreso questa strada che non sapevo dove mi avrebbe portata. Il peso è svanito dal momento in cui mi sono permessa di essere me stessa. La tranquillità lavorativa in cui mi è stato concesso di provare, sbagliare, ricercare, mi ha permesso di creare questo. Ringrazio poi Veronica Marchi, Anansi, Piero e Antonio Fiabane che sono stati autori/coautori con me di alcuni brani>.

Dove e con chi hai registrato questo lavoro?

<Gli arrangiamenti sono di Clemente Ferrari, che ha lavorato con Gazzè, Mannoia, Consoli e molti altri. Lui ha creduto da subito a questo progetto e mi ha trasmesso grande entusuasmo. Il disco è stato registrato tra Roma e Vigolo Vattaro negli studi dei Bastard Sono of Dioniso. Clemente ha anche suonato gran parte dei bassi, tastiere, synt, hammond, fisarmonica, programmazione e ha scritto i meravigliosi archi suonati poi dallo Gnu Quartet. Nel cd suonano anche Pier Paolo Ranieri, Davide Aru e Cristiano Micalizzi>.

Oltre i tre singoli già svelati negli scorsi mesi l’album si apre con “Soffio”.

<Soffio vuol dire molte cose, siamo solo di passaggio in questo grande fiume che scorre e non è mai lo stesso. La vita cambia e ci cambia, gli amori mutano, scivolano via, o diventano montagne impossibili da smuovere. Siamo fotocopie e macchine fotocopiatrici>.

"Fiorellino" invece che pezzo è?

<Fiorellino è uno dei miei brani preferiti, mi mette allegria, parla di quelle cose che pensavi non avresti mai fatto e che poi ti ritrovi a fare, parla d’amore e di come questo ti stravolga la vita perchè è un continuo sgorgare di gioia e lacrime, che ci ricordano di essere viv>i.

"Cemento", per me, è uno dei brani più ispirati.

<Il giudizio, il dare per scontato, sono superfici profonde della nostra società. È un vero peccato che una cosa prima di toccarci nel profondo debba essere vissuta per riuscire ad essere condivisa. Cemento racconta di questa incapacità di capire>.

L'unica featuring del disco è "La tua collezione" che ti vede al fianco di Anansi; come mai hai scelto di collaborare con lui?

<Anansi è un artista che stimo moltissimo e da cui ho molto da imparare. Il suo disco Inshallah è uno dei miei preferiti, e la sua voce la metterei nel caffè al posto dello zucchero. Per me è un onore avere un po’ della sua poesia in una mia canzone>.

A chi si rivolge invece "Non ti ho detto mai?

<Questo è il brano che ha dato il via a tutti gli altri, è rivolto a tutte quelle persone hanno avuto il coraggio di salpare ma con le proprie gambe, è perdono e libertà>.

 Molti artisti hanno rinviato la pubblicazione del loro dischi tu invece hai deciso di uscire comunque in un momento così particolare per l'Italia e per il mondo: come mai?

<Chiaramente questa sarà un’ uscita che mi ricorderò, non solo perchè è il mio primo disco, ma per questo delicato momento storico. C'è bisogno di musica, di portare la testa altrove, di leggerezza, ed io ho un disco che non aspetta altro che risollevare gli animi e metterli in connessione e una volta che tutto questo sarà finito cominciare il mio tour in giro per l’Italia sperando di conoscere tutte queste persone>. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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