Il live di Murubutu chiude mercoledì 4 dicembre la quindicesima edizione di Suoni Universitari

di Fabio De Santi

Sarà il battito rap di Murubutu a segnare l'atto finale della quindicesima edizione del concorso Suoni Universitari che si terrà stasera, mercoledì 4 dicembre, dalle 21, al Teatro di Sanbàpolis. Sul palco quattro gruppi ognuno con venticinque minuti a disposizione per la propria esibizione: Bengala Fire, Blend, Maude e Point Nemo. On stage , al termine del contest. Murubutu, uno dei più noti rapper italiani, con il set legato al suo ultimo album "Tenebra è la Notte e altri racconti di buio e crepuscoli".

I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: la notte. <La notte - racconta il musicista di Reggio Emilia - come realtà parallela che trasforma magicamente i luoghi su cui cala mutandone i contorni, i colori ma anche le percezioni, i comportamenti e i sentimenti delle persone che la vivono. La notte come momento di riposo o tormento, ora sogno, ora incubo>. Nell'album la notte si fa medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come la guerra, la solitudine, il lutto ma anche il fascino della natura, l'ispirazione artistica, l'amore. Il titolo che parafrasa la celebre opera di Fitzgerald allude alla notte come catalizzatore di paure e speranze in cui l'individuo vive più che mai il confronto con se stesso.

 

Anticipati dal video del singolo "La notte di San Lorenzo" i racconti di Murubutu, al secolo Alessio Mariani, hanno registri e suggestioni differenti e risentono dell'influenza di narratori contemporanei come Haruf, Rigoni Stern, Ishiguro, Lauenstein ma anche classici come Wordsworth, Kafka e Dostoevskij, miscelati con approfondimenti storici e racconti popolari. <I rap-conti del cd -sono ambientati in tanti luoghi, prossimi o remoti, dove l'arrivo della notte rappresenta l'inizio di una nuova dimensione che rende possibile capovolgere la coordinate della percezione diurna. La notte come luogo sia fisico che mentale>. Anche in questo album la forte identità di genere delle basi strumentali di Murubutu, impreziosite da interventi strumentali di musicisti come Emanuele Reverberi dei Giardini di Mirò, si legano ad una scrittura attenta a tecnica e contenuti: una dimostrazione, rivolta soprattutto alle giovani generazioni, di come si possa realizzare musica hip hop senza tralasciare concetti e riferimenti che possano contribuire ad una crescita culturale.

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