Monte Bondone Green Festival: in archivio la prima edizione con oltre mille presenze

di Fabio De Santi

<Oltre mille persone hanno accolto il debutto di questo nuovo ed innovativo festival. Successo e soddisfazione che gettano le fondamenta per dire senza timore “arrivederci all’anno prossimo>. Sono queste le parole usate da Fausto Bonfanti per delineare il bilancio della prima edizione del Monte Bondone Green Festival svoltasi sabato 21 e domenica 22 settembre sul Monte Bondone e che ha visto in prima fila nell’organizzazione lo stesso Bonfanti, Ettore Carretta, Sergio Costa e Alberto Barbieri.

Una standing ovation ha accolto, domenica pomeriggio la fine del silent concert del violinista Alessandro Quarta: un’esplosione di emozioni per un concerto che i 400 e oltre presenti non dimenticheranno facilmente, quasi a sigillare la prima edizione del Monte Bondone Green Festival. “Quando uomini e montagne si incontrano grandi cose accadono” pensando a questa frase di William Blake è nato il “Monte Bondone Green Festival”

<La prima cosa che emerge è che questo coraggioso festival, nel suo non facile “debutto” – sottolinea Bonfanti -  è riuscito a centrare i suoi obbiettivi: primo fra tutti quello di trasmettere il suo vero spirito che consisteva nel fare del binomio “arte e natura”. Ecco che per due giorni il Monte Bondone si è trasformato in quel luogo particolare dove la terra tocca il cielo, dove “green” diventa “meraviglia”. Siamo riusciti a rendere realtà un sogno e chi ha provato l’emozione del “silent concert” di Alessandro Quarta ha potuto capire di persona la bellezza e le emozioni che può far nascere un festival “green” >.

Ma se quello del silent concert di Quarta per oltre quattrocento persone in cuffia è stato il fiore all’occhiello del Festival, diverse sono state le situazioni hanno caratterizzato le due giornate. Partecipato e vissuto oltre che sinceramente apprezzato l’evento iniziale di apertura del Monte Bondone Green Festival (il 21 pomeriggio) con la presentazione del loro nuovo cd, “Verso Ovest”, dei trentini “Aires Aires”, al Giardino Botanico Alpino, con alle spalle il Rifugio Viote. Un live dove si respirava il profumo dell’Irlanda e della musica folk il cui legame con la natura è emerso come fondamentale. <Abbiamo ascoltato brani e ballate che in varie forme si collegavano a fenomeni naturali, ma anche ballate celtiche e bretoni, musiche klezmer e canzono d’autore che raccontavano e descrivevano come sia vero che in tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso, tanto da farci capire come tutta la Natura sussurra i suoi segreti a noi attraverso i suoi suoni. In questo particolare Green Festival i musicisti che hanno suonato nei vari gruppi in cartellone, hanno descritto la natura soprattutto per ritrovare nella stessa il proprio mondo interiore o esteriore, così da relazionarsi con gli altri e con gli spettatori, emozionandoli. Spesso l’emozione, come molti ci hanno raccontato, è risultata potenziata dall’esperienza passata di chi ascoltava. Infatti, se l’ascoltatore ha provato già delle emozioni davanti alla natura, tramite la musica le potenzia ed arricchisce e meglio ancora ne scopre altre. E così è stato per la fortuna di questo Festival che ha fatto dell’incontro fra la natura e le arti il suo spirito>.

Considerazioni queste che si sono ripetute in tutte le altre esperienze e gli altri eventi, dal live e dalla vera e propria “installazione” di Francesco Camin, alla performance dei Minipolifonici attraverso la giovanissima “Mini Street Band”, arrivando al concerto de Il Tamburo del Sole. Camin ha proposto una performance “mirata” fatta di musica, canzoni e parole dove ha espresso il suo pensiero sintetizzato nella sua frase “da una musica che cresce, un albero che nasce”.  Una vera e propria festa di arrivederci alla prossima edizione, invece, quella che si è creata in occasione del concerto finale de Il Tamburo del Sole dove il numerosissimo pubblico presso la Capanna Viote si è lasciato coinvolgere dalle note e dalle atmosfere della musica klezmer.Il Monte Bondone Green Festival non è stato solo musica: molto partecipato il laboratorio sul riuso di domenica 22 curato da Oltrelafesta e rivolto ai bambini molto gradite anche le visite sia al Giardino Botanico Alpino che alla Terrazza delle Stelle. Apprezzata anche la prima esperienza di “Carpe Diem… cogli l’attimo” viaggio di foto e video mirato alla creazione di una testimonianza/memoria annuale, girata e raccolta nei giorni del Festival da due ragazzi provenienti dal Liceo Artistico Alessandro Vittoria di Trento.

<Altro aspetto – conclude Bonfanti - è quello di aver avviato un percorso di recupero verso un luogo a rischio abbandono e degrado come sono le Caserme Astroungariche delle Viote:, che va sicuramente recuperato per la storia passata, ma anche per le opportunità future>.

 

 

 

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