L'elettronica di Apparat chiude venerdì 31 maggio a Trento la rassegna Distretto 38

di Fabio De Santi

Un artista a cui sono sempre piaciute le sfide: questo il modo migliore per riassumere la dimensione di Apparat, all'anagrafe Sascha Ring, tedesco classe 1978. Proprio alle manipolazioni sonore di una delle stelle dell'elettronica europea è affidata la chiusura della quarta edizione del festival "Distretto 38" questa sera, venerdì 31 maggio alle 21, al Teatro SanbàPolis. Ad aprire il concerto la performance di Key Clef, nome d'arte della musicista romana di stanza a Berlino, Livia Borzetti. Dopo aver pubblicato lo scorso marzo il nuovo album "LP5" (uscito su Mute Records), Apparat fa tappa a Trento nell'ambito del suo tour europeo considerato fra i must live di questo 2019 se si parla di elettronica. Per raccontare Apparat bisogna partire da un piccolo flashback legato all'inizio del nuovo millennio: essere tedeschi e dedicarsi alla musica elettronica legata ai dancefloor era quasi una conseguenza inevitabile in quegli anni, nonché un vantaggio competitivo, perché per il solo fatto di gravitare su Berlino si era già inevitabilmente "cool". Ma in quel contesto si doveva proporre un electro sound scarno, rigoroso, minimale, quasi ossessivo nel perseguire solo ritmiche ballabili. Ma la comparsa di Apparat sulla scena ha cambiato le regole del gioco: grazie a lui infatti melodia ed armonia sono tornate a giocare un ruolo importante tanto quanto quello delle architetture ritmiche.

Con i suoi pezzi il dancefloor ha (ri)scoperto un'anima perché Sasha Ring ha visto come fosse possibile giocare anche sull'espressività, su dolci e feroci malinconie, non solo sull'impatto. Un beat ben programmato non era più sufficiente: con Apparat tornavano in campo le emozioni. All'epoca, una piccola rivoluzione di cui si accorse il mitico dj inglese John Peel, che nel 2004 lo volle inserire in una delle sue storiche "Sessions" sulla Bbc, ma anche molti altri che lo trasformarono in uno dei producer più richiesti del pianeta. I dischi "Walls", uscito nel 2007, e il super-album "Moderat", progettato con i Modeselektor, non fecero altro che confermare la sua fama, facendolo diventare uno degli artisti elettronici più ammirati e amati dai fan della club culture.

 

Ma l'inquieto Apparat è andato sempre alla ricerca di nuovi orizzonti sonori: il cd "The Devil's Walk", con un titolo che è un omaggio al poeta inglese Shelley, ad esempio, guardava ad un sound in cui elettronica e post rock s'intrecciavano magnificamente, mentre "Krieg Und Frieden", uscito nel 2013, era una colonna sonora pensata e costruita per una piece teatrale, con tutta la complessità e l'eleganza che questo comporta. L'ultimo capitolo della sua discografia, "LP5", dimostra ancora una volta la creatività di un musicista capace di esprimere un'eleganza che permea ogni suono e fornisce strati di dettagli sfumati capaci di generare una bellezza quasi universale e fortemente emotiva.

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