Il blues intimo e selvaggio di Elli de Mon stasera al Circolo Operaio di Rovereto

di Fabio De Santi

Un gioiello blues, fatto di una slide guitar selvaggia e potente, ma anche di ballad intime, e segna un ritorno alle sue radici. Così viene definito “Songs of Mercy and Desire” il nuovo album di Elli de Mon uscito lo scorso novembre per Pitshark Records e che sarà il cuore del live di stasera, domenica 14 aprile alle 21, al Circolo Operaio in S.Maria a Rovereto. “Songs of Mercy and Desire” è il terzo full-length per la cantautrice che ha condiviso il palco, tra gli altri, con The Jon Spencer Blues Explosion.

 “E alla fine sono tornata a casa - spiega lei -  Il mio nuovo disco è una ricerca delle radici da cui tutto è partito. Songs of Mercy and Desire parla di questo, di evoluzione, di cambiamento e di accettazione, di resilienza e di riscatto. È un disco autobiografico, che racconta i luoghi dove sono nata e cresciuta. Radici legate alla mia storia personale quindi, ma anche musicale”. Le canzoni sono nate infatti attraverso i suoni minimali della chitarra acustica e della sua amata Weissenborn, che ha riscoperto e rispolverato. Il suono acustico e intimo riflette anche il periodo particolare in cui ha scritto e registrato le canzoni, ossia la sua gravidanza: “Le sferzate slide dei dischi precedenti ci sono anche qui – racconta Elli - ma questa volta ho voluto lasciare spazio anche a ballads più intime, scritte cullando la mia pancia. È un disco più articolato rispetto ai precedenti, meno viscerale, più variegato, dove hanno trovato spazio anche la voce di Phill Reynolds, in un pezzo dedicato alla violenza domestica e i sax di Matt Bordin  che ha registrato il disco nel suo Outside Inside Studio”. Elli de Mon è da sempre one woman band fra  chitarre, grancassa, rullante, sonagli, suoni saturi e psichedelia indiana.

 

Un’artista che cmbatte i suoi demoni con lo strumento a lei più congeniale: la musica attingendo a piene mani dalla tradizione sciamanica di leggende come Bessie Smith, Fred McDowell e Son House. Un blues nuovo, fatto di slide selvaggi e contaminato da influenze punk (Elli militava anche negli Almandino Quite Deluxe), e dalla musica indiana, grande amore di Elli.A marzo 2013 debutta con il 7” Leave this town. Fin da subito inizia a macinare concerti su concerti, tra cui un tour americano in compagnia dell’amico Phill Reynolds. Nel febbraio 2014 esce il suo primo album, dal titolo omonimo seguto nel 2015  da “II” seguito due anni dopo da “Blues tapes: the indian sessions” incentrato sulla fusione del blues con la musica indiana

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