Carovita

In Trentino la vita costa di più: spesa mensile oltre i 3.000 euro

La media è tra le più alte d’Italia, con una media nazionale che si ferma a 2.755,09 euro aò mese. Pesano sulle famiglie casa e trasporti ma si risparmia sull’alimentazione.

di Fabio Peterlongo

TRENTO. Vivere in Trentino costa caro. Non solo per l'ammontare complessivo della spesa familiare, tra le più alte in Italia, ma per la struttura stessa dei consumi. Abitazione, trasporti e beni essenziali continuano ad assorbire gran parte del budget mensile, mentre istruzione, cultura e servizi sociali restano marginali. È una fotografia che solleva domande: è sostenibile questo modello? E cosa ci dice del benessere dei cittadini? Il dato emerge dall'elaborazione Istat, che offre una panoramica dettagliata sulla distribuzione della spesa familiare.Le famiglie trentine hanno speso in media 3.193,67 euro al mese. Una cifra superiore alla media nazionale di 2.755,09 euro.

La voce più consistente è legata all'abitazione. A Trento la casa assorbe il 35,9% del budget familiare, pari a 1.145,11 euro al mese. È una quota superiore alla media nazionale, al 35,7% (984,42 euro). Le sottovoci confermano il divario: gli affitti pesano per 23,2% a Trento contro il 22,4% in Italia, mentre le ristrutturazioni valgono l'1,7% contro l'1,2%.Segue la spesa per i trasporti, che in Trentino raggiunge il 14% del totale, pari a 447,29 euro mensili.

È una quota nettamente superiore alla media italiana, che si ferma al 10,8% (297,22 euro). Questo dato può riflettere una maggiore dipendenza dall'auto privata, probabilmente a causa delle caratteristiche geografiche del territorio.La terza voce è quella alimentare: 494,77 euro al mese, pari al 15,5% della spesa. È una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale, dove gli alimentari valgono il 19,3% del budget (532,85 euro). Trento spende meno in proporzione, ma resta sopra Bolzano, dove la quota è del 13,8%.I servizi di ristorazione e alloggio rappresentano il 7,1% della spesa a Trento, pari a 226,25 euro mensili.

Il Trentino supera la media nazionale, che si ferma al 5,9% (161,91 euro). Potrebbe essere il segno di una buona propensione alla socialità e al tempo libero, oppure del fatto che in Trentino questi servizi costano di più.Abiti e calzature pesano per il 4,4%, con una spesa di 140,61 euro al mese. È una quota superiore alla media italiana, che si attesta al 3,7% (102,55 euro), e in linea con Bolzano.La stessa percentuale, 4,4%, si registra per la voce ricreazione, sport e cultura, con una spesa di 139,88 euro. Anche in questo caso Trento supera la media nazionale, che è del 3,8% (104,96 euro).La cura della persona, la protezione sociale e altri beni e servizi assorbono il 4,2% del budget, pari a 134,75 euro mensili. La media italiana è più alta in percentuale (4,9%), ma il valore assoluto è quasi identico (134,02 euro).La salute incide per il 4,1% a Trento, con una spesa di 131,07 euro.

La media nazionale è leggermente superiore in percentuale (4,2%), ma inferiore in valore assoluto (116,22 euro).I mobili, articoli e servizi per la casa valgono il 3,5% della spesa, pari a 112,62 euro. La media italiana è più alta in percentuale (4,2%) e in valore (115,10 euro), segno di una minore incidenza di questa voce a Trento.I servizi assicurativi e finanziari rappresentano il 2,5% del budget, con una spesa di 80,93 euro. La media nazionale è leggermente più alta in percentuale (2,7%), ma inferiore in valore assoluto (73,18 euro).La voce informazione e comunicazione pesa anch'essa per il 2,5%, con una spesa di 81,28 euro. La media italiana è del 2,6% (72,03 euro), quindi Trento spende di più, ma con incidenza leggermente inferiore.Le bevande alcoliche e i tabacchi rappresentano l'1,4% della spesa, pari a 43,51 euro mensili. La media nazionale è dell'1,6% (43,30 euro), quindi Trento è in linea in valore, ma leggermente sotto in percentuale.L'istruzione è la voce meno pesante: 15,61 euro al mese, pari allo 0,5% del budget. La media italiana è dello 0,6% (17,31 euro).

Trento spende meno, ma resta vicina ai valori nazionali. A fronte di questi numeri, la domanda non è solo quanto si spende, ma quali sono le priorità inevitabili delle famiglie, anche considerando che i salari in Trentino sono più bassi della media nazionale. Se le voci essenziali continuano a crescere e quelle legate alla formazione, alla cura e alla cultura restano marginali, forse è tempo di interrogarsi sulla tenuta del vecchio luogo comune del Trentino "isola felice".

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