Società

Trentino Alto Adige: nel 2035 solo il 3% in meno di persone in età lavorativa

Il quadro complessivo per l'Italia è invece preoccupante. Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi 10 anni, la popolazione in età lavorativa nel Paese calerà di 2.908.000 unità. Le conseguenze potrebbero essere un aumento rilevante della spesa previdenziale, sanitaria e assistenziale, con implicazioni anche sui conti pubblici.

TRENTO. Il Trentino Alto Adige si prepara ad affrontare la sfida demografica dei prossimi dieci anni con dati molto più rassicuranti rispetto al resto d'Italia. Secondo le recenti proiezioni della Cgia, la nostra regione subirà un calo della popolazione in età lavorativa di solo il 3,1% entro il 2035, equivalente a circa 21.256 persone in meno nella fascia d'età 15-64 anni.


Questo risultato pone il Trentino Alto Adige in una posizione di vantaggio nel panorama nazionale, dove la media del calo demografico si attesterà attorno al 7,8%. Solo la Lombardia (-2,9%) e l'Emilia Romagna (-2,8%) mostrano dati leggermente migliori.


Il quadro complessivo per l'Italia è invece preoccupante. Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi 10 anni, la popolazione in età lavorativa nel Paese calerà di 2.908.000 unità. A inizio 2025 questa fascia contava 37,3 milioni di persone, mentre nel 2035 si prevede una diminuzione fino a 34,4 milioni, principalmente a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.


Il fenomeno colpirà tutte le aree del Paese, con le imprese destinate a subire contraccolpi molto preoccupanti, soprattutto per le difficoltà nel reperire giovani lavoratori. Secondo la Cgia, nemmeno il ricorso alla manodopera straniera potrà risolvere completamente la situazione.


Le conseguenze potrebbero essere un progressivo rallentamento del PIL e un aumento rilevante della spesa previdenziale, sanitaria e assistenziale, con implicazioni anche sui conti pubblici.


Le regioni del Mezzogiorno saranno le più colpite, con la Sardegna che subirà il calo più drastico (-15,1%), seguita da Basilicata (-14,8%), Puglia (-12,7%), Calabria (-12,1%) e Molise (-11,9%). A livello provinciale, Nuoro registrerà il maggior calo percentuale (-17,9%), mentre Napoli perderà in valore assoluto il numero più alto di persone in età lavorativa (-236.677).

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