Turismo / Inverno

I maestri di sci del Trentino: una stagione invernale con dati estremamente lusinghieri

Si è svolta l'assemblea primaverile della categoria: notevole incremento degli ospiti nelle aree sciistiche, boom di stranieri fra gli allievi. Fra le criticità la questione degli istruttori con licenza estera e la sicurezza sulle piste

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TRENTO. Per il prossimo inverno 2023-24, se tutti i ragazzi saranno idonei, sommati gli aspiranti del liceo di Tione, in Trentino avremo 85 allievi maestri di sci alpino, 17 allievi maestri di snowboard e 11 allievi maestri di fondo da inserire nelle scuole di sci.

È uno dei dati emersi dall'assemblea primaverile del Collegio dei maestri di sci del Trentino.

Tra i presenti, Roberto Failoni, assessore provinciale al Turismo, e Maurizio Bonelli, presidente nazionale Amsi.

"Negli scorsi mesi abbiamo registrato dati estremamente lusinghieri e, aspetto particolarmente positivo, un notevole incremento degli ospiti. Addirittura in alcune aree sciistiche del Trentino i clienti delle scuole di sci stranieri hanno raggiunto percentuali del 50% delle presenze complessive a conferma di come il lavoro di internalizzazione della nostra offerta di vacanza stia raccogliendo i frutti sperati", ha detto il presidente dei maestri trentini, Mario Panizza.

Ma se sui bilanci operativi e sull'attività dello scorso inverno il barometro segna il bello non sono però mancati da parte di Panizza alcuni accenni sulle criticità che la categoria dovrà affrontare nei prossimi mesi.

Prima fra tutte la recente sentenza del Tar di Trento che rischia di scardinare il sistema dei maestri di sci, dopo l'accoglimento del ricorso di quattro cittadini, che hanno ottenuto un titolo in Croazia e Slovenia, autorizzati dal Tribunale amministrativo regionale di Trento all'insegnamento temporaneo in Trentino pur privi delle due certificazioni previste in campo europeo ovvero l'Eurotest e l'Eurosécurité.

Altro tema affrontato è quello della sicurezza in pista per la quale Panizza ha invocato maggior attenzione da parte delle forze dell'ordine.

E poi la crescente carenza di maestri di sci specialmente in periodi di alta stagione ed anche il crescente innalzamento dell'età media dei professionisti della neve complice una sempre maggiore disaffezione della forza lavoro giovane a questo settore del turismo invernale, che oggi vede operanti una quarantina di scuole di sci e associazioni con oltre 2.700 maestri specializzati nell'insegnamento nelle specialità dello sci alpino, sci nordico e snowboard.

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