Banche / Il caso

Cassa di Trento, da qui a settembre chiuderanno tredici filiali

La riorganizzazione annunciata dall'istituto di credito con lettere ai soci: «Obiettivo agenzie rinnovate e un servizio ancora più efficace». Le operazioni non incideranno sull'organico e i dipendenti rimarranno 380

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TRENTO. Le filiali della Cassa di Trento, Lavis, Mezzocorona, Valle di Cembra e Alta Vallagarina passeranno, entro il prossimo settembre, dalle 49 del 2022 a 36, 13 in meno.

Il piano viene presentato ai soci in questi giorni dai vertici della banca, in vista dell'assemblea.

Le filiali Interporto e Roncafort sono già state accorpate a Gardolo. Romagnano è confluita su Ravina, mentre Piedicastello è passata in parte alla filiale di via Nazario Sauro, in parte a quella di via Fratelli Fontana.

La filiale di Pressano confluirà in quella Lavis, mentre chiuderanno le sedi di Sardagna e Cadine, accorpate a Sopramonte.

I soci e clienti di Cimone e Garniga faranno capo ad Aldeno. Lo sportello di Lases confluirà in quello di Albiano, Montesover in Sover, Faver e Grumes in Cembra.

Le operazioni non incideranno sull'organico e i dipendenti rimarranno 380.

Si prevedono anche undici nuove assunzioni, dopo le 25 di inizio anno.

Già nelle settimane scorse i vertici della Cassa di Trento avevano spiegato il contesto della «riorganizzazione delle filiali»: una lettera inviata ai soci in cui si sottolinea l'obiettivo «di assicurare a soci e clienti agenzie rinnovate, in cui ottenere un servizio ancora più efficace e capace di rispondere alle esigenze determinate da un contesto sociale ed economico in grande cambiamento».

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