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Il mattone sta crescendo, ma si teme la guerra ucraina: mutui sempre più cari

È quanto emerso durante la presentazione di Guida Fimaa - non più Guida Casa, nome che per ventotto anni ha accompagnato il borsino immobiliare provinciale - all'Itas Forum alle Albere, che ribadisce come anche il 2022, sull'onda di un 2021 record, abbia fatto registrare percentuali sorprendenti

TRENTO. Una crescita praticamente costante, numeri definiti "straordinari" per il mattone trentino nell'ultimo anno e mezzo, ma con uno scenario futuro difficile. È quanto emerso durante la presentazione di Guida Fimaa - non più Guida Casa, nome che per ventotto anni ha accompagnato il borsino immobiliare provinciale - all'Itas Forum alle Albere, che ribadisce come anche il 2022, sull'onda di un 2021 record, abbia fatto registrare percentuali sorprendenti.

Ma la guerra in Ucraina, il rincaro dei costi dell'energia e delle materie prime e, soprattutto, il rialzo dei tassi di interesse sui mutui, sembrano essere tutti campanelli d'allarme per un 2023 che potrebbe rallentare la crescita. Non in modo tale da invertire la rotta, hanno spiegato gli addetti ai lavori, ma comunque è atteso un impatto che già negli ultimi mesi di agosto e settembre (i dati rilevati si fermano proprio all'inizio dell'autunno) ha iniziato a materializzarsi. I numeri sono indicativi: il primo semestre 2022 si è chiuso con un +3,7% di vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando già il confronto con l'ultimo anno "normale", ovvero il 2019, segnava un netto +9,9% sulla vendita di immobili residenziali.

Dati che fino a pochi mesi fa stavano confermando la crescita del mattone tanto a livello trentino quanto nazionale (il Pil di questo settore vale il 21% dell'economia italiana). Se confrontato con il 2020, cioè l'anno della pandemia, il mercato residenziale nel 2021 era cresciuto di un incredibile 18,4%, recuperando la perdita dell'8,5% registrata tra il 2019 e l'annualità in cui il Coronavirus ha costretto il mondo ad uno stop forzato. Insomma, le premesse erano buone fin dall'inizio ma in pochi si sarebbero aspettati una nuova crescita in quest'ultimo anno.

Eppure anche il periodo gennaio-settembre 2022, se confrontato con lo stesso dell'anno scorso, si è chiuso complessivamente in positivo del 3,7%. Abbiamo però parlato di campanelli d'allarme: in agosto e settembre scorsi si è registrato un calo nel volume di compravendite rispettivamente del 2,87% e del 2,72%. Viene dunque da chiedersi cosa succederà al mercato immobiliare trentino nel 2023. Il sentore è quello di un forte contenimento delle operazioni. Forse un calo.

L'inflazione molto bassa dell'ultima decade ed un costo della vita tutto sommato normale stanno lasciando ora spazio a prezzi dell'energia schizzati alle stelle, a mutui con tassi di interesse che - stando alle previsioni - potrebbero sforare il tetto del 5% e ad una generale incertezza sul futuro. Solo dieci anni fa, nel 2013, si registrò il numero più basso di compravendite (400 mila) in Italia, cresciute poi fino a 600 mila nel 2019 e 750 mila nel 2021. Una ripresa netta, che verrà ora messa alla prova. Inoltre, un elemento da non sottovalutare sono i cambiamenti nelle esigenze dei clienti: post pandemia infatti si è alzata la richiesta di ampi spazi interni ed esterni, così come le seconde case al mare o al lago.

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