Sarche / Economia

Cantina Toblino: liquidato record, nel cda entra la prima donna

Nell'assemblea numeri positivi dell'annata ma anche l'eco del terremoto dei mesi scorsi nella governance della cooperativa

IL CASO Altro scossone alla Cantina Toblino: lasciano anche sette consiglieri

di Giuliano Beltrami

SARCHE. Numeri positivi ed eco del terremoto dei mesi scorsi che si sta allontanando, sebbene si avverta ancora qualche scossa di assestamento. Così si può sintetizzare l'assemblea della Cantina di Toblino di poche sere fa, nel teatro parrocchiale di Sarche incapace di contenere tutti i soci: quasi duecento, certamente più del solito.

I numeri, anzitutto. Nella vendemmia 2021 si è registrato un minore conferimento di uve (causa le grandinate) rispetto all'anno precedente: 71.545 quintali rispetto ai 78.383 del 2020. In compenso quest'anno (non è un dato di bilancio, ma lo forniamo ugualmente) l'uva in cantina sale a 84.000 quintali. I ricavi superano di un niente i 16 milioni di euro, rispetto ai 16 milioni e 356.000. E uno si chiede: 300.000 euro in meno di ricavi (grossomodo un 2%) a fronte di un calo dell'uva del 10%: dov'è il trucco? Niente trucchi: il prezzo medio del valore dei conferimenti è pari a 151,30 euro al quintale, il valore più elevato nella storia ultra cinquantennale della Cantina.

Per dirla con la relazione del collegio sindacale, «l'esercizio è stato caratterizzato da alcune problematiche legate alla governance della Cantina, con le dimissioni di quattro consiglieri di amministrazione sostituiti da altrettanti soci che rimarranno in carica fino all'anno prossimo, quando è prevista la scadenza naturale di tutto il consiglio. Le decisioni che ha dovuto prendere il consiglio - scrivono ancora i sindaci - hanno comportato una divisione fra i consiglieri in due opposti schieramenti».

L'uscita di scena di mezzo consiglio (fra cui presidente e vice, nonché presidente dell'Osteria) e le dimissioni del direttore Carlo Debiasi (sostituito temporaneamente dal traghettatore Pollastri) «devono rendere consapevole la base sociale - ammoniscono i sindaci - che il mandato per le elezioni del 2023 debba essere il più possibile condiviso, in modo che la Cantina persegua il suo scopo cooperativo il più possibile unitario».E qui veniamo al terremoto con scosse di assestamento.

Come si ricorderà, i problemi nascono quando il tribunale dispone il reintegro dell'enologo Tomazzoli, decisione che ha di fatto spaccato in due il Consiglio di amministrazione. Dimissioni di sette membri, fra cui il presidente Bruno Lutterotti, il vice Oscar Zanlucchi ed il presidente dell'Osteria Andrea Chistè. Chi si aspettava, dopo mesi di chiacchiere non proprio votate alla serenità, di avere un parere dal presidente dimissionario sull'accaduto è rimasto deluso: infatti Bruno Lutterotti non ha partecipato all'assemblea.

Sarà per questo che 49 soci si sono astenuti sul bilancio, che ha registrato un solo contrario?Altra scossa di assestamento. Abbiamo parlato di sette consiglieri dimissionari su quindici, segno indiscutibile di spaccatura a metà. In realtà tre dimissioni sono rientrate, mentre quattro hanno mantenuto la decisione. Nelle settimane scorse sono stati cooptati i sostituti in attesa di essere confermati dall'assemblea, un atto solitamente automatico, anche perché manca appena un anno all'assemblea elettiva. Ebbene: non è andata così. Tre sono stati confermati e uno no. Anzi, per la prima volta nella storia della Cantina di Toblino entra in consiglio di amministrazione una donna. Andiamo con ordine. Confermati i cooptati Mariano Pederzolli (zona Dro), Claudio Bernardi (Sarche) e Daniele Pisoni (Pergolese).

Il colpo di scena è nelle schede che per la zona di Vezzano hanno promosso Michela Moggio al posto del cooptato.All'assemblea erano presenti i vertici di Cavit, presidente Lorenzo Libera e direttore generale Enrico Zanoni. Da considerare che il rapporto fra Cavit e Toblino è bidirezionale: Toblino è socia di Cavit e Cavit (per via di Maso Torresella) è socia di Toblino. E di cosa poteva parlare Zanoni? Delle basi spumanti, per le quali recentemente il Consorzio ha annunciato investimenti multi milionari.

Non sfugge che Toblino è fornitore di Cantine Ferrari, quindi i dirigenti di Cavit hanno chiesto alla Cantina di incrementare anche per sé le superfici per il Trentodoc, che stanno nella Valle dei Laghi, ma anche altrove.

Quando si parla di superfici si pensa soprattutto alla collina; e quando pensi alla collina ti sovviene la zona delle Giudicarie, dove non a caso (vedi Stenico e dintorni) la famiglia Lunelli ha investito in modo poderoso. Nelle Giudicarie non c'è solo Stenico: ci sono anche il Bleggio ed il Chiese. Tutte aree che si possono potenziare. Infine, suggerimento di Zanoni, si potrebbero sostituire varietà: Chardonnay e Pinot nero al posto di Müller Thurgau.

comments powered by Disqus